Una cassetta per le letterine di Natale tra i suricati dello zoo di Londra, ma gli animali non sono nati per vivere in cattività!
I suricati dello zoo di Londra sembrano quasi mettersi in fila per usare la piccola cassetta postale per inviare minuscole letterine a Babbo Natale. Queste le immagini che si vedono in un video che sta diventando virale e che, a primo impatto, potrebbe apparire “tenero e puccioso”. Queste immagini, in realtà, nascondono una terribile realtà. Perché gli animali non sono nati per vivere in cattività.
“I nostri suricati hanno pubblicato le loro liste dei desideri su Babbo Natale! Tutto ciò che vogliono per Natale è che tu visiti lo zoo: prenota i tuoi biglietti”, si legge nel post sulla pagina Facebook dello zoo.. “Finora siamo stati chiusi 15 settimane quest’anno, il che significa che abbiamo perso milioni di sterline. Celebrando il Natale allo zoo di Londra, aiuterai a sostenere la nostra cura degli animali, così come il nostro vitale lavoro di scienza e conservazione mondiale. Grazie ❤️”.
Lo zoo riaprirà, infatti, domani, 2 dicembre dopo aver superato il secondo lockdown per il COVID-19 dell’Inghilterra.
Usare gli animali, in questo caso i poveri suricati, per fare marketing, non è una pratica inusuale per queste strutture, che proprio sulla loro prigionia lucrano. No, caro Zoo di Londra, i suricati non sono affatto contenti che i visitatori arriveranno di nuovo a osservarli.
Costringerli alla prigionia significa allontanarli dal proprio habitat e dalle loro famiglie, recludendoli in spazi non adeguati. In natura, questi aniamli vivono in gruppi formati da circa 30 esemplari, si danno dei veri e propri turni di guardia per controllare i confini del territorio e sono tra i mammiferi più cooperativi e organizzati per ruoli.
Per questo l’installazione di questa minuscola cassetta delle lettere rossa dipinta con le parole “Santa Mail”, posta per Babbo Natale, esprime tutta la visione antropocentrica che affligge il nostro mondo. Pensate che per farli avvicinare, la piccola cassetta delle lettere è stata riempita di grilli, di cui i suricati vanno ghiotti. Per questo sembrano così ansiosi di infilare le zampine e il naso nella fessura. Altro che “voglia di mandare letterine a Babbo Natale” e voglia di rivedere i visitatori.
Quindi, ribadiamo forte e chiaro: costringere gli animali alla prigionia in giardini zoologici e strutture simili significa allontanarli dal proprio habitat e dalle loro famiglie, recludendoli in spazi non adeguati, facendo loro subire lo stress della cattività.
Stessa identica cosa che vale anche per i pinguini dell’acquario di Londra, che sono stati costretti a osservare un maxischermo su cui sono stati proiettati film di Natale.
“Davvero aberranti le iniziative di marketing dello zoo e dell’acquario di Londra che riaprono al pubblico dopo il lockdown: un maxischermo per i pinguini non gli restituirà la libertà, il loro lockdown è senza fine”, ha dichiarato a greenMe.it Gianluca Felicetti, Presidente LAV.
Fonte: ZSL London Zoo/People