In questi giorni si torna a parlare di uno studio condotto a Singapore sul cibo per cani e gatti che ha scioccato un po' tutti. In questi alimenti, infatti, è stato trovato Dna di squalo, anche di specie in via di estinzione. Ma come possiamo riconoscere eventualmente la presenza di carne di squalo in etichetta?
Come già sappiamo, diverse specie di squali stanno rischiando l’estinzione e dovrebbero essere in ogni modo tutelate. Invece, come se non bastasse già il consumo umano, tracce di carne di squalo sono state trovate anche nel cibo per animali.
Parliamo di uno studio condotto presso il Yale NUS College di Singapore e pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science nel marzo scorso. Questo ha analizzato 45 prodotti alimentari per animali di 16 marchi acquistati a Singapore, di cui però non sono stati resi noti i nomi (di conseguenza non sappiamo se si tratta di prodotti presenti anche nel nostro Paese).
Comunque, dai risultati è emerso che su 144 campioni sequenziati, circa un terzo (45 campioni) contenevano DNA di squalo che, nella maggior parte dei casi, erano di:
- verdesca (Prionace glauca)
- squalo seta (Carcharhinus falciformis)
- squalo pinna bianca (Triaenodon obesus)
Le ultime due specie sono inserite nella lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) tra quelle “vulnerabili”.
Leggi anche: Squali in via di estinzione trovati nel cibo per cani e gatti, studio smaschera l’inganno con l’analisi del DNA
Ma, al di là delle analisi di laboratorio, abbiamo un modo semplice per capire se nel cibo per animali che acquistiamo c’è carne di squalo?
A cosa fare attenzione in etichetta
Come sottolinea lo studio, purtroppo le etichette dei prodotti (almeno quelli che si trovano a Singapore) non specificano affatto la presenza di squali nel cibo per animali ma presentano delle generiche definizioni tipo “pesce dell’Oceano” o “pesce bianco”.
Come si legge nello studio:
Nessuno dei prodotti elencava specificamente lo squalo come ingrediente, elencando solo termini generici, come “pesce dell’oceano”, “pesce bianco” e “esca bianca”. La terminologia vaga utilizzata per descrivere gli ingredienti degli alimenti per animali domestici e, in alcuni casi, l’etichettatura errata dei contenuti, impedisce ai consumatori – in questo caso i proprietari di animali domestici – di prendere decisioni informate e rispettose dell’ambiente; di conseguenza, i proprietari di animali domestici e gli amanti degli animali potrebbero inconsapevolmente contribuire alla pesca eccessiva degli squali in via di estinzione.
Dunque, possiamo allarmarci un po’ se troviamo i sopraindicati termini generici in etichetta, ma in realtà non abbiamo un modo certo per capire se si tratta effettivamente di carne di squalo.
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Fonte: Frontiers in Marine Science
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