Microplastiche pure nelle capesante: in tutti gli organi interni in sole 6 ore. Lo studio shock

Microplastiche anche nelle capesante. L'inquinamento marino non sembra avere confini. Già trovati in altri alimenti, miliardi di minuscoli frammenti di plastica sono stati rintracciati in questi organismi marini

Microplastiche anche nelle capesante. L’inquinamento marino non sembra avere confini. Già trovati in altri alimenti, miliardi di minuscoli frammenti di plastica sono stati rintracciati in questi organismi marini.

A rivelarlo è stato un studio, condotto dall’Università di Plymouth, secondo cui bastano poche ore, appena 6, per far sì che miliardi di nanoparticelle di plastica invadano gli organi principali di un organismo marino. Condotta nell’ambito di RealRiskNano, un progetto da 1,1 milioni di sterline finanziato dal Natural Environment Research Council (NERC), la ricerca ha l’obiettivo di studiare gli effetti delle microplastiche sull’ambiente marino.

Lo studio

Le capesante (Pecten maximus) sono state esposte a quantità di nanopolystyrene marcato con carbonio, dopo sei ore è stata utilizzata una speciale radiografia per mostrare il numero di particelle presenti negli organi e nei tessuti.

Gli scienziati hanno esaminato l’assorbimento delle nanoparticelle e hanno così scoperto che miliardi di frammenti lunghi circa 250 nm (circa 0.00025 mm) si erano accumulati all’interno del loro intestino. Tuttavia, molte altre, ancora più piccole e di dimensioni pari a 20 nm (0,00002 mm) si erano distribuite in tutto il corpo, compresi reni, branchie, muscoli e altri organi.

microplastiche capesante studio

La dott.ssa Maya Al Sid Cheikh, a capo dello studio, ha spiegato:

“Per questo esperimento, avevamo bisogno di sviluppare un approccio scientifico completamente nuovo. Abbiamo fabbricato nanoparticelle di plastica nei nostri laboratori e abbiamo incorporato in esse un’etichetta in modo da poterle tracciare nel corpo della capesante a concentrazioni ambientalmente rilevanti. I risultati dello studio mostrano per la prima volta che le nanoparticelle possono essere rapidamente assorbite da un organismo marino e che in poche ore vengono distribuite nella maggior parte degli organi principali”.

Lo studio aiuterà a capire il modo in cui le particelle di plastica vengono assorbite attraverso le membrane biologiche e si accumulano all’interno degli organi. Prospettive inquietanti ma più che realistiche visto che le microplastiche sono ormai ovunque, negli alimenti che ogni giorno portiamo sulle nostre tavole ma anche nelle bevande.

Lo studio è stato pubblicato su Environmental Science and Technology.

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Francesca Mancuso

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