A Salerno le forze dell'ordine hanno salvato sei Pitbull dal crudele business dei combattimenti illegali di cani
Denutriti, pieni di cicatrici e ferite ancora aperte e legati: in queste terribili condizioni i carabinieri hanno trovato trovati sei cani in provincia di Salerno, rinchiusi in uno spazio utilizzato per addestrare illegalmente i cani al combattimento e farli riprodurre. Il loro destino sembrava ormai segnato, ma grazie all’intervento di Humane Society International (HSI) e alla FONDAZIONE CAVE CANEM (FCC), adesso i cani sono salvi e sono già stati portati in un rifugio di Roma per essere curati e cominciare una nuova vita.
I cani tratti in salvo sono quattro femmine e due maschi di razza Pitbull, che fin da subito hanno mostrato tutti i segni dei maltrattamenti subiti da chi li sfruttava. Ora la custodia giudiziaria è stata assegnata alla Fondazione CAVE CANEM, insieme a Humane Society International (HSI) porta avanti il progetto IO NON COMBATTO, nato con l’obiettivo di offrire agli animali un riparo accogliente salvati dal crudele business dei combattimenti. Al rifugio in cui sono stati ospitati i cani sono stati immediatamente sottoposti a tutti gli accertamenti veterinari e gli esperti stanno valutando qual è il percorso di riabilitazione migliore per ognuno di loro.
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Le cicatrici sui corpi di questi cani e la tristezza nei loro occhi dimostrano che questa pratica illegale è ancora presente – commenta Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International – e sottolineano la necessità di dare vita a un progetto come IO NON COMBATTO con l’obiettivo di agire con forza per reprimerla e aiutare gli animali coinvolti. Solo con un’azione congiunta e unita e con il supporto, le competenze e la sensibilità di magistrati, Forze dell’Ordine, veterinari, educatori cinofili, volontari e cittadini possiamo fermare queste attività criminose a danno degli animali.
Nonostante sia illegale (0ltre che disuman0), purtroppo il fenomeno dei combattimenti clandestini fra cani è ancora molto diffuso non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Questi animali vengono addestrati per diventare delle vere e proprie armi e sono costretti a sfidarsi fino alla morte. Attorno a questi ring girano scommesse e somme di denaro da capogiro. Spesso i cani vengono uccisi dopo la sconfitta o muoiono tra atroci sofferenze per via delle ferite riportate. A subire altre violenze sono anche i cosiddetti “sparring partners”, ovvero animali
come cani, gatti, cinghiali e uccelli domestici, utilizzati per l’addestramento brutale dei combattenti.
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Fonti: Fondazione CAVE Canem/HSI
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