Quali sono gli errori che si commettono nell'educazione di un cane? Questi sono 5 tra i più comuni, che i proprietari di amici a quattro zampe sicuramente conoscono
Essere genitori è il mestiere più difficile del mondo, nulla di più vero, ma anche educare un cane può dare non poco filo da torcere e far insorgere nell’animale malessere, stress e comportamenti indesiderati parlando più genericamente.
“Come si fa a educare un cane nel modo più corretto?” è la domanda da un milione di dollari che tutti i proprietari di quattrozampe si sono posti almeno una volta. Non esiste una risposta semplice. Esistono piuttosto indicazioni sulla costanza, sull’attività fisica che il cane o la sua razza richiedono.
Ciò che invece sono molto più facili da riconoscere sono gli errori che si commettono nell’educare il proprio cane.
5 errori comunissimi
Li facciamo tutti, quasi sempre in maniera inconsapevole, senza valutare l’effetto che azioni o frasi hanno su Fido. Questi sono i più comuni secondo gli esperti del settore:
- incentivare comportamenti scorretti: coccole nel momento sbagliato, cibo usato come esca, frasi che non fanno altro che sovreccitare il cane sono tutte azioni che, in determinate situazioni, si dimostrano diseducative e controproducenti. In altre parole non fanno altro che peggiorare il problema insegnando al cane che è così che si fa
- ignorare i segnali che l’animale manda: l’abbaiare forte e in continuazione non solo in certe circostanze, il voler saltare addosso alle persone sono segnali che il cane manda e noi dobbiamo coglierli e saperli leggere. Ignorarli vuol dire non tenere in considerazione le esigenze del cane e non guidarlo nel percorso educativo, ascoltando le sue paure o il suo disagio temporaneo
- lavorare senza né costanza né voglia: educare un cane è un impegno a lungo termine. Non si conclude nel giro di qualche settimana o un paio di mesi. L’educazione è un processo lungo e complesso e richiede costanza e motivazione. Non si può chiedere la luna al cane se si lavora all’educazione una volta ogni tanto. Anche l’essere di cattivo umore influenze le sedute educative. Se abbiamo avuto una giornataccia, è meglio rimandare l’appuntamento con Fido perché gli trasmetteremo il nostro stato d’animo e anche lui avrà difficoltà a concentrarsi
- ripetere un comando più volte: i comandi vanno pronunciati lentamente, scandendo bene le parole. Se il cane non risponde, ripeterlo non serve a nulla se non a impigrire la mente dell’animale. Ci può volerne di lavoro per correggere l’errore. Il cane deve avere il tempo di elaborare la richiesta. Se non ci riesce, bisogna fare una bella ripassata. Non c’è da stupirsi se il cane non risponde da subito fuori casa. Utilissimo è partire da una situazione di relax, in un ambiente sereno, per poi aumentare gradualmente la difficoltà
- usare punizioni fisiche: le punizioni fisiche sono da bandire completamente. Non è dimostrando di avere più forza e usandola contro l’animale che lo si educa. Le punizioni incutono timore e generano paure. Il cane deve imparare a comportarsi in un certo modo e non lo farà venendo strattonato nelle passeggiate o, peggio ancora, picchiato fuori e dentro casa. Sì al rinforzo positivo quando vi sono comportamenti da premiare. Negli altri casi vanno percorse altre vie
Il consiglio, in particolare nel caso di razze che non sono considerate alla portata di tutti, è affidarsi a chi è del mestiere. Specialmente se si è alle prime armi, con il primo cane, il fai da te potrebbe non essere la scelta più saggia.
In caso di difficoltà, è opportuno rivolgersi quanto prima a un educatore cinofilo o a un addestratore che utilizzi metodi rispettosi dell’animale. Non vi sono casi e cani impossibili.
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