Rebecca Manzi Le feci dei cani portano con sé pericoli che difficilmente si immagina, eppure troppo spesso le persone si rifiutano di raccoglierle
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Ci siamo passati tutti. Quell’odore che non se ne va, sollevare le scarpe per controllare ed ecco che il danno era fatto: avevamo pestato la cacca di un cane lasciata lì da qualche persona poco educata. Del resto sentieri, parchi, prati, vialetti, strade, purtroppo sono tutti disseminati di feci.
E con la pandemia che ha portato a un aumento del numero di proprietari di cani, i rapporti aneddotici suggeriscono che il problema della cacca di cane è peggiorato negli ultimi anni. Oltre all’evidente inestetismo e alla probabilità di entrare in contatto indesiderato con la cacca di cane, ti sei mai chiesto perché sia così importante raccogliere i rifiuti dei cani?
Perché le feci dei cani possono essere pericolose
Andiamo a vedere le ragioni per cui è bene fare questo piccolo “sforzo” e buttare le feci negli appositi cestini. In primis la cacca dei cani è legata a malattie, inquinamento e resistenza agli antibiotici. Le feci possono contenere microrganismi che causano malattie nell’uomo, come Salmonella, E. coli, Giardia e parassiti interni.
Possono anche essere un potenziale serbatoio di batteri resistenti agli antibiotici, il che significa che gli esseri umani potrebbero sviluppare infezioni batteriche difficili da trattare a causa del contatto con le feci di cane.
Un recente studio condotto a Sydney ha inoltre individuato nelle feci di cane riversate nelle acque piovane un contributo significativo all’inquinamento idrico. Questo argomento, nonostante la sua rilevanza e il suo impatto, ha ricevuto poca attenzione da parte degli scienziati. Questa ricerca ha rivelato alcuni schemi sui luoghi in cui si trovano le feci di cane in pubblico.
Dove è più comune il problema della cacca di cane non raccolta
Le deiezioni canine sono significativamente più comuni nei parchi in cui i cani sono liberi dal guinzaglio e nelle aree vicine ai parcheggi. Anche il modo in cui chi porta a spasso i cani ha tradizionalmente utilizzato un’area può essere un fattore importante, come ha osservato uno studio britannico:
la disponibilità di cestini, la morfologia del sentiero, la visibilità e la posizione del sentiero sono fattori chiave nel determinare la presenza di feci di cane.
La stessa ricerca ha rilevato che, mentre la maggior parte delle persone fa la cosa giusta, alcuni sono troppo “orgogliosi per raccogliere”, mentre altri esprimono giudizi contestuali su dove e quando potrebbe essere lecito lasciare i rifiuti del cane. Altri ancora “non raccolgono anche se sono consapevoli delle conseguenze per la salute e per l’ambiente”.
Altri studi hanno suggerito di tenere i cani al guinzaglio tra i parcheggi e le aree off-limits e di fornire stazioni di smaltimento dei rifiuti sui percorsi più frequentati dai cani a passeggio. Questo potrebbe comunque non aiutare se ci sono persone che portano a spasso i loro cani senza portare con sé i sacchetti per lo smaltimento dei rifiuti.
È fondamentale educare a raccogliere i bisogni dei cani
Oltre a fornire sacchetti e cestini e a far rispettare le leggi sul guinzaglio, in particolare nei parcheggi vicini alle aree di sgambamento, una ricerca ci mette a corrente del fatto che l’educazione è utile.
I messaggi che sottolineano che i buoni vicini e i membri della comunità raccolgono diligentemente i loro cani possono essere più efficaci, poiché le persone rispondono ai messaggi sociali. Se avete provato a fare appello al senso di comunità dei vostri vicini senza successo potreste provare a fornire dei sacchetti e un cartello che promette la sorveglianza.
In ogni caso, cari proprietari di cani, sappiate che il modo migliore per smaltire le feci dei cani è la spazzatura. Il compostaggio richiede temperature elevate per neutralizzare le sostanze nocive contenute nella cacca del cane, e difficilmente i composter domestici si riscaldano abbastanza.
Inoltre, seppellirle permette a questi microrganismi di accumularsi nel terreno con tutte le conseguenze che abbiamo visto prima.
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