Buttati vivi nei pozzi, legati ai binari delle ferrovie. Come ogni anno, finita la stagione della caccia, i levrieri spagnoli non servono più e vengono uccisi nel peggiore dei modi.
Buttati vivi nei pozzi, legati ai binari delle ferrovie. Come ogni anno, finita la stagione della caccia, i levrieri spagnoli non servono più e vengono uccisi nel peggiore dei modi. Riprende anche per il 2019 questa terribile mattanza…
Attenzione questo articolo contiene immagini che potrebbero urtare la vostra sensibilità
Si stima che siano quasi 50mila, ma i numeri sono approssimativi perché molti cani non vengono registrati all’anagrafe canina. I levrieri spagnoli vengono lapidati, sepolti vivi, torturati, maltrattati e ancora affogati, impiccati e perfino bruciati con la benzina. È una mattanza che documentiamo da anni, ma purtroppo la situazione non cambia mai.
I tristi protagonisti di questa sono i galgos e i podencos, i più comuni cani da caccia di La Mancha, Andalucia e Extremadura che da sempre a gennaio vengono utilizzati come strumenti da caccia per il loro fiuto, ma che poi se non rispettano standard e aspettative, vengono uccisi perché diventano un peso di cui disfarsi.
In Spagna i levrieri vivono dai tre ai cinque anni, il tempo di riprodursi. La selezione è già dalla nascita, chi non è adatto alla caccia non serve e viene eliminato. Da tempo, l’associazione SOS Galgos denuncia fatti drammatici e cerca di portare in salvo più cani possibili.
“Questo è quello che succede in Spagna, ma i turisti non lo sanno, ovviamente è interesse del governo mantenere il segreto. Cerchiamo di salvarne il più possibile, ma da soli non possiamo farcela. I proprietari li gettano nei pozzi e spesso l’apertura è bloccata da travi di legno e diventa pure difficile recuperarli”, dice Anna Clements, che sta conducendo una campagna per salvare i galgo.
Quelli che si salvano sono davvero pochi rispetto al numero dei morti.
Ma in generale, la loro vita è fatta di celle sotterranee al buio e al freddo, soffrono di malnutrizione così da essere pronti per catturare la preda. Il punto è che i galgo sono considerati cani da lavoro e quindi esenti dalla legislazione sul benessere degli animali che tutela gli animali domestici.
“I glagueros erano soliti impiccare cani dai ponti, ma ora succede di meno perché si rendono conto che se vengono visti passeranno dei guai. Ora si passa a ponti e stazioni ferroviarie”, dice Clements che con il veterinario Albert a Barcellona, gestisce l’organizzazione benefica SOS Galgos.
Come aiutare un levriero spagnolo
Se volete aiutare un levriero spagnolo potete sostenere SOS Galgos qui, ci sono poi diverse associazioni che si occupano dell’adozione dei cani salvati. C’è ad esempio il Progetto Galgo con sede a Bergamo, (clicca qui per info) e Adozione Levrieri che è il primo centro italiano (clicca qui per info). Sicuramente ce ne sono tante altre, cercate la più vicina a voi.
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Dominella Trunfio