Il Tribunale di Lecce ha condannato a due anni di reclusione e a un maxi risarcimento il 32 che aveva ucciso un cane di quartiere a Lecce, investendolo col suo Suv. Si tratta di una sentenza senza precedenti per il nostro Paese
Dopo quasi tre anni, Biondo ha ottenuto giustizia. Questo era il nome con cui era stato ribattezzato l’adorabile cane di quartiere di Monteroni (Lecce), investito e ucciso la notte del 5 giugno 2019 da un’automobilista alla guida di un Suv.
Le terribili immagini riprese dalle telecamere avevano fatto nascere il sospetto di un’uccisione volontaria del povero cagnolino regolarmente microchippato e amato da tutti. Si vedeva chiaramente una Range Rover nel momento in cui travolgeva con le ruote Biondo mentre sonnecchiava sul marciapiede. Vedendo quelle scene, le guardie zoofile dell’Ente Nazionale Protezione Animali di Lecce erano subito intervenute per denunciare il grave episodio.
Una sentenza esemplare (che ci auguriamo serva da monito)
All’epoca dei fatti il 32enne era stato rinviato a giudizio per uccisione di animali e l’Ente Nazionale Protezione Animali si era costituita parte civile nel processo. Finalmente oggi dal Tribunale di Lecce è arrivata una sentenza storica: l’uomo è stato condannato al massimo della pena, a due anni di reclusione e al risarcimento del danno nei confronti delle parti civili di 10.000 ciascuna.
In questa triste e inquietante vicenda è importante sottolineare un aspetto rilevante: investire un animale oltre a configurare l’omissione di soccorso può individuare anche il reato di uccisioni di animali (544 bis). – commenta Claudia Ricci, avvocato dell’Enpa – La sentenza di oggi del Tribunale di Lecce traccia un passo fondamentale sulla strada del riconoscimento del valore della vita degli animali.
Il nostro augurio è che questa condanna esemplare serva da monito a tanti automobilisti spietati, che non hanno alcun rispetto nei confronti degli animali.
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