Svolta in Vietnam, dove un mattatoio e ristorante che serviva carne per cani chiude per sempre. Il suo proprietario vuole cambiare lavoro e strada, non avendo più intenzione di uccidere e far soffrire centinaia e centinaia di cani
Ha deciso di non voler più essere parte dell’atroce commercio di carne di cane in Vietnam e di chiudere i battenti delle sue attività, un macello e un ristorante che serviva proprio quella carne. Dopo 20 anni sul mercato di cui 9 sotto la sua gestione, un imprenditore è pronto a un nuovo inizio lavorativo senza crudeltà.
Lui si chiama Dao Van Cuong, vive nella provincia di Dong Nai ed è conosciuto da tutti per essere il proprietario di un mattatoio di cani. In quelle mura migliaia di cani provenienti da tutto il Paese venivano barbaramente uccisi. La carne, destinata al consumo umano, era preparata poi nel ristorante, sempre di sua proprietà.
Ma le cose possono e devono cambiare e Dao Van Cuong è l’esempio. L’uomo ha sentito il forte bisogno di dire basta a quell’orrore di cui era responsabile. Lo racconta proprio lui stesso, confessando all’organizzazione per la protezione animale Humane Society International (HSI) i sensi di colpa e i pensieri che lo attanagliavano:
Per nove anni ho ucciso cani e polli, li ho macellati e serviti ai miei clienti. I soldi vanno bene, ma questo lavoro non mi rende per niente felice. Non voglio più uccidere questi animali, mi fa sentire male“
L’imprenditore ha aderito al programma Models for Change, lanciato in Vietnam nel 2022 dall’associazione in collaborazione con il Dipartimento per gli Animali Allevati, la Salute Animale e la Pesca di Dong Nai.
Dao Van Cuong ha ricevuto il sostegno della HSI e, grazie a un contributo economico stanziato dall’organizzazione, intende aprire ora un’attività di vernici e bombole a gas. Gli ultimi 16 cani rinchiusi nelle gabbie del suo ristorante in attesa di essere fatti a pezzi sono stati salvati e affidati alla Humane Society International.
I cani sono stati trasferiti in un luogo sicuro. Hanno il terrore negli occhi, molti di loro sono malati. La HSI ha lanciato un appello per poter garantire a questi cani cure adeguate. Il peggio è comunque passato.
Non si può dire lo stesso per gli altri centinaia di cani ma anche gatti commerciati nella provincia vietnamita. I ristoranti che propongono la loro carne sono circa 500. L’area è inoltre una tratta verso per i cani trasportati nei macelli del resto del Paese. Su queste strade viaggia la sofferenza nella sua espressione più cruda.
Ma la storia di Dao Van Cuong è una potente testimonianza di cambiamento, che può fungere da fonte di ispirazione per gli altri ristoratori e infliggere un duro colpo al commercio di carne di cane e di gatto in Vietnam.
Per questo si batte la Humane Society International, che assieme alle autorità locali porta avanti campagne per sensibilizzare la popolazione sulla trasmissione della rabbia e sulle condizioni di vita di cani e gatti.
Qui nelle province di Dong Nai e Thai Nguyen siamo orgogliosi di aiutare il Governo a raggiungere l’obiettivo di azzerare il numero di morti umane per rabbia derivanti da interazioni con i cani entro il 2030, anche affrontando la questione del commercio di carne di cane. Il Vietnam non può sperare di eliminare la rabbia e raggiungere questo obiettivo senza affrontare il commercio di carne di cane. Speriamo che il nostro programma Models for Change in Vietnam diventi una componente fondamentale della strategia del paese per offrire mezzi di sostentamento alternativi ed economicamente sostenibili a chi, come il signor Cuong, dipende da questo commercio, e che il programma possa servire come complemento pratico alla riforma legislativa e normativa” ha dichiarato Phuong Tham, direttrice per il Vietnam di Humane Society International.
Con misure e contributi, l’associazione intende mostrare ai cittadini che esistono altre fonti di guadagno oltre il barbaro commercio di cani e gatti e che queste possono non solo essere redditizie ma prive di dolore altrui.
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Fonte: Humane Society International
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