Ti sei mai chiesto come i nostri amici a quattro zampe vedano al buio? Se sappiano orientarsi meglio di noi esseri umani o meno? La risposta è più profonda e complessa di quanto potresti pensare
Sappiamo che i cani hanno una vista simile a quella di una persona daltonica e riescono a percepire i colori, diversamente da ricerche precedenti che sostenevano invece che i migliori amici a colori vedessero in bianco e nero. (Leggi anche: Dimentica il bianco e nero: ecco come i cani vedono i colori)
Ma, olfatto a parte, come fanno i nostri cani a orientarsi di notte? Riescono a vedere al buio? La risposta è affermativa e la spiegazione sicuramente molto interessante. I cani sono in grado, infatti, di distinguere oggetti e movimenti in penombra molto più di noi esseri umani.
Il perché è dato dalla struttura dei suoi occhi. La retina dei cani, come la nostra, è costituita da fotorecettori quali coni e bastoncelli che consentono di distinguere i dettagli e le sfumature cromatiche (coni) e gli oggetti in movimento e non di notte (bastoncelli).
Sebbene nei nostri occhi il numero di bastoncelli sia superiore a quello dei coni, nei cani, proprio come nei gatti, la retina è dominata completamente da questi fotorecettori. Ciò permette agli animali di avere una visione notturna migliore della nostra. Secondo uno studio scientifico i cani poliziotto riuscirebbero inoltre ad adocchiare un oggetto in movimento a 900 metri di distanza.
Ma non è finita qui perché i cani sono dotati del tapetum lucidum, una membrana nella parte posteriore dell’occhio che funge da specchio. Probabilmente ti sarai accorto che nella notte gli occhi del tuo cane brillano di luce propria.
Nessuna magia, è proprio il tapetum lucidum a renderlo possibile. In condizioni di scarsa illuminazione questo strato riflettente amplifica una seconda volta la luce sulla retina del cane. Ciò consente all’animale di visualizzare meglio le immagini ed ecco spiegato il suo “trucco naturale”.
Un’altra arma non poi così segreta è la soglia di fusione dello sfarfallio ossia la frequenza alla quale uno stimolo visivo viene visto come stabile da un soggetto.
I cani hanno una soglia di fusione dello sfarfallio più alta rispetto agli umani, quindi uno schermo televisivo che sembra mostrare un movimento continuo agli esseri umani potrebbe apparire come uno sfarfallio a un cane, mentre questa maggiore capacità di vedere la luce tremolante consente al cane di rilevare movimenti più lievi nell’oscurità, spiega il dottor Jerry Klein, capo veterinario dell’American Kennel Club.
Oltre a tutti questi vantaggi e a una conformazione facciale nel cane con occhi più distanziati che rende possibile una visione più ampia, non dobbiamo dimenticarci che i cani selvatici erano animali crepuscolari. Prima di essere addomesticati cacciavano le loro prede al tramonto e si muovevano agilmente al calare del sole. Tutt’oggi, chi più e chi meno, i cani hanno mantenuto quante capacità.
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