Continuano le proteste per l’abolizione della legge ammazza-cani randagi in Turchia, i cittadini non demordono

Non si placano le proteste contro la legge per la soppressione di milioni di cani randagi in Turchia, approvata nel cuore dell'estate tra pareri favorevoli e dure contestazioni. I cittadini sono ritornati nelle piazze per chiederne l'abrogazione immediata

L’approvazione della legge per l’eutanasia dei cani randagi in Turchia ha scatenato un movimento di protesta incontenibile dentro e fuori i confini del Paese. I cittadini vogliono che la misura sia revocata.

Ai cortei per le strade di Istanbul, che hanno visto una massiccia partecipazione da parte dei residenti, si sono unite persone da ogni parte del mondo. Da Londra agli Stati Uniti, sono stati organizzati sit-in e manifestazioni per boicottare l’azione del governo turco e mostrare sostegno agli attivisti turchi.

E, sempre in Turchia, i cittadini si sono riuniti nuovamente perché non hanno intenzione di farsi da parte. Sono loro la voce dei 4 milioni di cani randagi turchi che verranno soppressi ingiustamente.

In migliaia hanno sfilato a Istanbul lo scorso weekend, esponendo cartelli e cantando cori per esternare tutta la loro indignazione.

La legge “ammazza-cani”

La modifica alla legge sulla protezione animale ha ricevuto 275 voti favorevoli, diventando effettiva con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale il 2 agosto 2024.

La nuova legge prevede negli articoli 16 e 17 l’abbattimento di tutti i cani randagi che, entro 30 giorni dall’ingresso nel canile, non abbiano ricevuto richieste di adozione.

Con la norma in vigore, i randagi verranno catturati, sterilizzati e non più rimessi liberi sul territorio come accadeva in precedenza. Saranno rinchiusi nelle strutture sanitarie, dalle quali usciranno o vivi grazie a una adozione oppure morti con un’iniezione letale. 

Già oltre 100 cani sarebbero morti secondo quanto denuncia il presidente dell’Ordine degli avvocati di Ankara, Mustafa Köroğlu. Dando uno sguardo alla realtà dei fatti, tutti gli altri cani sono già condannati a morte perché non vi sono effettivamente change che si trovino milioni di adottanti in così poco tempo.

I rifugi sono sovraffollati e i volontari non sanno come aiutare e salvare i randagi che sfamano e di cui si prendono cura dal destino che li attende. Non hanno un posto sicuro per accoglierli.

La richiesta dell’opposizione

L’opposizione e le organizzazioni di tutela animale hanno attaccato duramente il regolamento presentato dal partito AKP del presidente Erdogan, accusando il governo di voler compiere uno sterminio di massa facendo piazza pulita degli animali randagi, ma il problema è alla base.

Gli animalisti hanno chiesto più campagne di sterilizzazione per contenere le nascite e vaccinazioni, ma il governo intendeva affrontare il fenomeno del randagismo in Turchia e la diffusione della Rabbia nel Paese in altro modo.

L’approvazione della legge ha già autorizzato una strage indiscriminata di animali nelle aree rurali della Turchia. Sui social media stanno circolando immagini di cani e gatti morti, sepolti in fossi, ma anche mamme senza più cuccioli e viceversa.

Secondo quanto riferito dai media turchi, la Corte Costituzionale avrebbe deciso di esaminare la richiesta di abrogazione della legge sulla protezione animale, presentata dal partito d’opposizione CHP. La richiesta sarà valutata nel merito.

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