Sono una veterinaria e ti spiego come proteggere il tuo cane dai pappataci (vettori della Leishmaniosi)

Tutto quello che devi sapere sui pappataci: cosa sono, dove si trovano e come riconoscere le punture di questi pericolosi insetti e i rimedi. Vi aiutiamo a chiarire i dubbi più comuni grazie al parere di un'esperta veterinaria.

Con l’aumento delle temperature tornano i pappataci, insetti di piccole dimensioni che ricordano le zanzare ma che sono decisamente più pericolosi per i cani: sono, infatti, i principali vettori della Leishmaniosi, una patologia infettiva può rivelarsi fatale per i nostri amici a quattro zampe. Ad essere più esposti a questo rischio sono gli animali che vivono nelle aree costiere del Centro-Sud, ma negli ultimi anni la presenza dei pappataci è più frequente anche al Nord.

Ma come riconoscere la puntura di questi insetti? In che modo possiamo proteggere il nostro cane? Per approfondire la questione ci siamo rivolti alla nostra veterinaria di fiducia, la dottoressa Anna Chiara Peluso.

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Intervista alla dottoressa Anna Chiara Peluso

Che cosa sono i pappataci e che malattie possono trasmettere al nostro cane?

“Pappataci” (che significa “mangiare silenziosamente”) è il nome più noto dei Flebotomi (“tagliatori di vene”) sono ditteri ematofagi appartenenti alla famiglia Psychodidae, sottofamiglia Fhlebotominae, la quale comprende circa 700 specie aggregabili in cinque generi. È un insetto simile alla zanzara, ma di più piccole dimensioni, non supera i 2-3 mm (questo lo rende capace di attraversare anche le comuni zanzariere) ed è attivo prevalentemente dal tramonto all’alba. Il nome viene dalla loro capacità di volare senza emettere suoni udibili e dalla capacità di pungere senza che il soggetto se ne accorga e questi sono alcuni dei motivi per i quali sono molto pericolosi. Questi insettini sono i responsabili della trasmissione della Leishmaniosi fra i nostri cani, causata dal protozoo Leishmania Infantum.

In quali zone e in che periodo è più facile incontrarli?

In Italia, i flebotomi si ritrovano prevalentemente a ridosso della fascia costiera (tirrenica, ionica e medio-sud adriatica), isole incluse. Ma è ormai assodato che la zona di distribuzione di questi insetti, e delle patologie ad essi associate, è in espansione verso le regioni dell’Italia settentrionale, soprattutto in Piemonte, Veneto e sul versante orientale della dorsale appenninica centro-settentrionale. Si rifugiano nelle fessure del suolo, nelle grotte, nei ruderi, nelle tane di animali e nei muretti a secco, sotto il fogliame e all’interno delle cortecce. Sono attivi durante la primavera e l’estate. Negli ultimi anni però, a causa della persistenza di temperatura e umidità elevate per periodi più lunghi, si ritrovano Flebotomi attivi anche in autunno.

Sono un pericolo anche per gli esseri umani?

Si, perché possono trasmettere la Leishmaniosi anche all’uomo, sempre tramite puntura e pasto di sangue. La leishmaniosi umana è presente soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali dell’Africa, dell’America centrale e del Sud America, dell’Asia e della regione del Mediterraneo. Come spesso accade anche per altre malattie infettive, a causa della loro immunocompromissione, le persone infette da HIV o immunodepresse sono particolarmente suscettibili e manifestano forme particolarmente gravi della malattia. I sintomi causati dall’infezione sono diversi e dipendono da quale specie di Leishmania sta causando l’infezione.

Nell’uomo si hanno, infatti, tre forme: Leishmaniosi cutanea, Leishmaniosi mucocutanea e Leishmaniosi viscerale o kala azar. Un altro agente patogeno trasmesso all’uomo dai Flebotomi è il virus Toscana (TOSV): si tratta di un virus non molto conosciuto ed associato a casi di meningite e di meningoencefalite nell’uomo, soprattutto nei mesi estivi. Il virus è presente anche in altri paesi mediterranei (Spagna, Portogallo, Francia, Croazia, Grecia, Cipro, Turchia). Anche la cosiddetta “febbre dei tre giorni” è un’altra malattia infettiva che può colpire l’uomo in seguito alle punture dei pappataci ed è causata da un Arbovirus.

Come riconoscere le punture dei pappataci?

Essi non sono abili nel volare e per questo, per quanto riguarda la specie umana, le loro punture si concentrano nella parte inferiore del corpo: caviglie e piedi. Nel sito di puntura si crea un’area eritematosa, pruriginosa e papulosa. A volte le lesioni possono essere anche più pronunciate a causa di una reazione allergica rivolta contro la saliva del pappatacio.

Sui nostri animali, invece, le punture dei pappataci si verificano nelle aree più glabre, dove il pelo è più rado: orecchie, dorso del naso e zampe, ma sono comunque difficili da evidenziare.

Che fare in caso di punture? Si può ricorrere a rimedi naturali?

In caso di puntura su noi stessi e sui nostri animali è sufficiente, salvo non ci siano reazioni allergiche generalizzate, applicare dei rimedi topici lenitivi e antinfiammatori. Queste sostanze possono essere sintetiche come creme al cortisone o antistaminiche, oppure naturali come preparati a base di Aloe vera, Tea Tree Oil, Calendula, olio di Neem.

Come possiamo difendere il nostro amico a quattro zampe da questo rischio?

La prima arma è l’uso costante di repellenti topici di sintesi che allontanino il flebotomo dal nostro cane (collari o pipette spot-on); una particolare attenzione va data nel tenere riparato per quanto è possibile il cane nelle ore di attività del vettore (evitare di fare passeggiate serali nei pressi di specchi d’acqua o mare); è consigliabile, in aggiunta a tutto questo, cospargere il cane prima di ogni passeggiata con prodotti naturali repellenti studiati apposta per avere una breve durata di azione (da associare ai repellenti di sintesi), soprattutto in orari o luoghi a rischio; utilizzare zanzariere a maglie molto strette (lato non superiore a 2 mm) applicate a porte e finestre anche se, quando possibile, è preferibile tenere porte e finestre chiuse.

Anche ai cani già infetti, pur se sottoposti a terapia, vanno applicate queste misure per impedire la trasmissione fra cane infetto e pappatacio e bloccare così la trasmissione del protozoo ad altri cani o persone.

Si ricorda comunque che una valida misura di protezione, assieme a quelle citate, è far dormire il proprio cane al chiuso di notte. Contemporaneamente, per controllare la diffusione dei pappataci bisogna mantenere sempre ben pulito il giardino o il cortile da raccolte di foglie, sfalci d’erba, rifiuti, dove l’insetto può trovare riparo e compiere il proprio ciclo; riparare eventuali crepe o fessure sui muri che possono rappresentare un nascondiglio diurno ideale per i pappataci.

Esiste un vaccino per la Leishmaniosi?

Dal 2011 esiste un vaccino anti-leishmania, il cui utilizzo va però attentamente valutato con la guida del proprio medico veterinario. In aggiunta a questo, nel 2018 è stato introdotto sul commercio un nuovo vaccino, diverso dal precedente per composizione ed azione protettiva.

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