Alla fine è stato condannato a 8 mesi di reclusione l'uomo che aveva tagliato orecchie e coda al suo dobermann per fini meramente estetici.
Alla fine è stato condannato a 8 mesi di reclusione l’uomo che aveva tagliato orecchie e coda al suo dobermann per fini meramente estetici. A darne notizia l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Roma che per prima aveva denunciato l’uomo a seguito dei controlli durante una manifestazione canina nell’ambito dell’operazione Dirty Beauty (Bellezza sporca), condotta dagli stessi agenti dell’associazione da sempre in prima linea contro queste pratiche crudeli e anacronistiche.
Pratiche queste che, ricordiamo, sono a tutti gli effetti illegali. Le mutilazioni per fini estetici come il taglio della coda o delle orecchie, sono, infatti, vietate dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata ufficialmente all’Italia nel 2010 con la legge n. 201/2010 che nell’arti. 544 ter c.p. configura il reato di maltrattamento punito fino a 18 mesi di reclusione e una multa fino a 30 mila euro.
«Il proprietario del cane ha esibito certificati veterinari che le nostre indagini di polizia giudiziaria hanno dimostrato essere falsi», spiega Claudio Locuratolo, coordinatore provinciale delle guardie zoofile Oipa di Roma. «I molti controlli delle nostra guardie a livello nazionale hanno portato a oltre settanta denunce all’autorità giudiziaria, anche nei confronti di veterinari». […] Le federazioni nazionali ed internazionali per la cinofilia dovrebbero assumere posizioni più severe ed escludere dalle manifestazioni cani mutilati e gli Ordini dei medici veterinari dovrebbero essere meno indulgenti nei confronti dei propri iscritti», aggiunge Claudio Locuratolo.
Una sentenza che aggiunge un nuovo precedente pesante anche in vista delle ulteriori udienze previste per i reati di caudotomia (mutilazione della coda) e conchectomia (mutilazione delle orecchie) con la speranza che scoraggi le persone a infliggere ai propri animali questa inutile sofferenza, incivile e fuorilegge.