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L’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti ha lanciato una revisione sui collari antiparassitari Seresto, tra i più venduti al mondo, dopo che sono state segnalati numerosi casi di lesioni e morti legati al prodotto. Scattata anche un’indagine del Congresso, cause collettive e una denuncia formale.
I collari, che rilasciano piccole quantità di pesticidi sul pelo di cani e gatti per, sono stati oggetto di 75.000 rapporti sugli incidenti EPA, tra cui almeno 1.698 morti di animali domestici, dalla loro introduzione sul mercato 9 anni fa.
Ma qualsiasi decisione da parte dell’EPA sulla sicurezza del prodotto probabilmente arriverà anche tra 10 anni, visti i tempi lunghi della burocrazia americana. Dal 2006, l’EPA ha ricevuto tre petizioni pubbliche che le chiedevano di vietare i pesticidi nei prodotti per animali da compagnia per preoccupazioni relative ai rischi per la salute umana.
I precedenti
Uno di questi, depositato all’inizio di quest’anno, coinvolge Seresto ed è tutt’ora in corso. Gli altri due hanno impiegato in media 10 anni affinché l’Agenzia si esprimesse, anche se alcuni dei prodotti che alla fine sono stati ritenuti pericolosi, sono rimasti sugli scaffali. Uno di questi altri casi, in particolare, presenta una sorprendente somiglianza con Seresto.
Più di dieci anni fa, l’organizzazione no profit Natural Resources Defense Council presentò una petizione all’EPA per vietare l’uso di un pesticida chiamato tetraclorovinfo in prodotti per animali domestici collari contro pulci e zecche. L’organizzazione citò una serie di studi che dimostrano che la sostanza chimica, un possibile cancerogeno, era stata collegata a danni cerebrali e nervosi nei bambini.
Scaturirono 12 anni di cause legali, burocrazia e una nuova valutazione EPA del pesticida che confermò alcune delle preoccupazioni dell’organizzazione no profit sul suo uso nei collari per animali domestici. Nonostante ciò, il tetraclorovinfo, chiamato anche TCVP, è ancora usato in alcuni collari. La lunga battaglia sul TCVP mostra quanto possa essere difficile rimuovere una sostanza chimica dai prodotti per animali domestici, anche quando scienziati governativi, esperti e persino giudici d’appello federali ritengono che sia dannoso per i bambini.
Il portavoce dell’EPA Ken Labbe ha poi confermato in un’e-mail che l’agenzia aveva sì trovato prodotti per animali domestici contenenti TCVP, incluso il popolare collare Hartz UltraGuard, ma essi soddisfavano i requisiti richiesti dalle leggi federali sui pesticidi.
A difendere i suoi prodotti è anche Elanco, che vende i collari Seresto. Il Centro no profit per la diversità biologica ha presentato una petizione all’EPA ad aprile per vietare tali collari a causa dei rischi associati ai suoi due pesticidi: imidacloprid e flumetrina.
La vicenda Seresto
I collari Seresto sono stati oggetto di oltre 75.000 incidenti subiti d agli animali domestici e quasi 1.000 incidenti che hanno coinvolto l’uomo negli ultimi 9 anni. Secondo Elanco, la stragrande maggioranza degli incidenti segnalati comportava lievi irritazioni cutanee nel sito del collare. L’azienda ha anche detto di aver indagato su ogni segnalazione di morte di animali domestici e di non aver trovato alcun legame coi collari. Secondo la società, non solo sono sicuri ma il tasso complessivo di incidenti è basso, attorno allo 0,3% quindi non vi sarebbero, a suo dire, basi mediche o scientifiche per interromperne l’uso.
L’ufficio pesticidi dell’EPA generalmente presume che una sostanza chimica sia sicura fino a quando non viene dimostrata diversamente, piuttosto che adottare un approccio precauzionale,
ha però sottolineato il dott. Philip Landrigan, pediatra, epidemiologo e direttore fondatore della Global Health Initiative del Boston College.
Si tratta di un problema sistemico all’interno dell’EPA e spero che la nuova amministrazione lo affronti. Nella mia mente di pediatra, ci sono tutte le ragioni per pensare che il tetraclorovinfo sui collari dei cani sia pericoloso per i bambini.
Dal gas nervino ai collari per animali domestici
Il TCVP appartiene a una famiglia di sostanze chimiche chiamate organofosfati, che usati come agenti nervini durante la seconda guerra mondiale. Tra i più noti c’è il gas sarin. Dopo la guerra, le aziende statunitensi iniziarono a commercializzare i composti come insetticidi. Divennero rapidamente la classe più utilizzata di tali prodotti. Il TCVP stesso è stato registrato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1966 e approvato per l’uccisione e la prevenzione di insetti sulle colture, così come sul bestiame e sugli animali domestici sotto forma di polvere, liquido e collare.
Appena cinque anni dopo la registrazione del TCVP per l’uso, Hartz si vantava in uno spot televisivo di aver già venduto oltre 20 milioni dei suoi popolari collari per pulci e zecche contenenti la sostanza chimica.
Fu solo nel 1993 che uno studio della National Academy of Sciences mostrò come i pesticidi danneggiassero i bambini, ciò spinse l’EPA a rivedere la normativa sugli organofosfati. Tale studio, guidato da Landrigan, ha portato all’approvazione del Food Quality Protection Act nel 1996 e, pochi anni dopo, ha portato al divieto di quasi tutti gli organofosfati dall’uso domestico.
I pesticidi organofosfati sono ancora utilizzati sulle colture, tuttavia, e rimangono una delle principali cause di problemi di sviluppo cerebrale nei bambini negli Stati Uniti, secondo uno studio peer-reviewed del 2020, che ha stimato che tra il 2001 e il 2016 almeno 111.000 casi di disabilità intellettiva e 26 milioni di perdite di punti QI. L’unica eccezione al divieto dell’Epa sugli organofosfati riguardò il TCVP.
Esistono due modi principali per vietarlo: l’Epa può annullarne la registrazione dopo aver determinato un rischio per la salute umana o per l’ambiente; o la società che lo commercializza può abbandonarlo volontariamente. Anche un tribunale può anche vietare un pesticida, come ha fatto la Corte d’Appello del Nono Circuito col dicamba a giugno 2020 dopo aver stabilito che l’EPA ha sottovalutato e ignorato i rischi. Ma questo tipo di azione legale è poco frequente. Secondo la legge federale, chiunque può presentare una petizione all’EPA per vietare un pesticida. E l’agenzia deve rispondere.
Dal 2004 al 2015, l’essa ha ricevuto 40 petizioni per revocare, annullare o sospendere i pesticidi utilizzati per una serie di motivi. Nove di queste petizioni hanno portato a lunghe attese.
E i tempi lunghissimi destano preoccupazione, anche nella complicata vicenda Seresto. Resta il fatto che fine a prova contraria, tali collari sono considerati sicuri. E in Italia (ma anche negli Usa) sono ancora in vendita. Come se non bastasse, vengono commercializzati anche dei falsi, come ha segnalato la Francia.
In particolare, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria francese (ANSES) ha scoperto che che online è possibile acquistare collari antiparassitari per cani e gatti, falsificati e provenienti dalla Cina (a prezzi 10 volte più bassi rispetto agli originali) non conformi alle normative vigenti e che non contengono i principi attivi che dovrebbero contenere. Come dire, al peggio non c’è mai fine.
Fonti di riferimento: Epa, Epa, Usa Today, Epa, Usa Today
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