Monty, il cane ‘archeologo’ che ha scoperto reperti risalenti all’Età del Bronzo

Era a passeggio col suo amico umano in un villaggio della Boemia Settentrionale quando col suo muso peloso si è imbattuto in un vero e proprio tesoro. Il cane Montly ha ritrovato una serie di reperti e oggetti risalenti all'Età del Bronzo

Era a passeggio col suo amico umano in un villaggio della Boemia Settentrionale quando col suo muso peloso si è imbattuto in un vero e proprio tesoro. Il cane Monty ha ritrovato una serie di reperti e oggetti risalenti all’Età del Bronzo.

Un vero e proprio archeologo. Durante una passeggiata nel villaggio di Kostelecké Horky, nel cuore della Repubblica Ceca, il cane ha scovato più di 20 oggetti unici risalenti a migliaia di anni fa. I reperti sono stati analizzati dagli archeologi e, da giovedì, sono esposti in una mostra speciale nella città di Kostelec nad Orlicí.

Non si tratta di un fatto recente. Era un marzo quando il sig. Frankota era a spasso con Monty per i campi. All’improvviso il suo amico a quattro zampe iniziò a scavare freneticamente e quando l’uomo si avvicinò, quello che vide lo lasciò a bocca aperta.

Dal terreno emergevano infatti una serie di oggetti apparentemente di bronzo. Dopo la fine delle operazioni di scavo portate avanti dal cane-archeologo, sono stati individuati 13 dei falcetti, 2 punte di lancia, 3 asce e una serie braccialetti. Secondo gli scienziati che li hanno poi esaminati, si tratta di oggetti che potrebbero avere più di 3000 anni.

Martina Beková, archeologa del Museo e della Galleria dei Monti Orlické nella vicina città di Rychnov, era nel team che si è occupato di esaminare gli oggetti dopo la scoperta:

“Il fatto che ci siano così tanti oggetti in un unico posto è quasi certamente legato ad un atto di onorabilità, molto probabilmente un sacrificio. Ciò che ci ha sorpresi è stato soprattutto il fatto che gli oggetti fossero interispiega. Circostanza inusuale. “Questi oggetti sono belli, ma il fatto che siano completi e in buone condizioni è molto più prezioso per noi”.

La dott. Beková e i suoi colleghi credono che appartengano a un gruppo di indoeuropei vissuti nella regione durante la tarda età del bronzo. La loro pratica di creare grandi cimiteri, dove i defunti erano collocati in urne, ha portato alla loro designazione archeologica ufficiale come la “cultura dei campi di urne”, la cui caratteristica principale riguarda l’introduzione del rito funerario della cremazione.

Dalla scoperta di Monty, i campi circostanti sono diventati un’area di interesse. Secondo gli scienziati che stanno indagando con metal detector, visti i cambiamenti considerevoli subiti dal terreno circostante nel corso dei secoli, è possibile che gli strati più profondi nascondano ancora alcuni segreti.

Al momento, l’unico tesoro è quello svelato da Monty, con buona pace dei “colleghi” archeologi umani.

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Francesca Mancuso

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