Fate attenzione a lumache e limacce: possono trasmettere parassitosi polmonari a cani e gatti, causando malattie potenzialmente mortali se non trattate per tempo. Ecco i sintomi da notare in corso di infestazione da Angiostrongylus vasorum
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Fate molta attenzione al contatto fra lumache e limacce con cane e gatto. Questo perché questi gasteropodi possono trasmettere malattie gravi ai nostri animali domestici. La più comune di esse è un’infestazione da strongili polmonari, solitamente l’Angiostrongylus vasorum nel cane e l’Aelurostrongylus abstrusus nel gatto (nei gatti di recente si parla anche di Troglostrongylus brevior, Troglostrongylus subcrenatus e Troglostrongylus wilsoni).
Ma a quali sintomi prestare attenzione?
Lumache, cani e parassiti polmonari
Di solito i proprietari si preoccupano del fatto che cani (e gatti) mangino le lumache per il rischio che il guscio della lumaca causi un blocco intestinale (cosa che può capitare). Tuttavia è più probabile che le lumache in questione trasmettano malattie parassitarie come la strongilosi polmonare.
Nel cane la strongilosi polmonare è associata all’Angiostrongylus vasorum, un metastrongilide che da adulto si localizza nelle arterie polmonari e nel ventricolo destro dei cani (anche di altri canidi selvatici).
Ciclo vitale dell’Angiostrongylus vasorm
Il parassita è un nematode. La femmina, dopo l’accoppiamento, produce uova che si schiudono nei capillari alveolari. Queste larve L1 arrivano negli alveoli polmonari, risalgono al contrario l’albero bronchiale, sono deglutite e poi eliminate con le feci.
Qui le L1 penetrano in alcuni gasteropodi, fra cui anche lumache e limacce e diventano L3. Talvolta, per complicare le cose, a questo punto si inseriscono ospiti paratenici come le rane, nelle quali il ciclo non prosegue, ma che contribuiscono a fungere da reservoir per il parassita.
Quando il cane ingerisce una lumaca (o una rana) infetta, ecco le L3 dallo stomaco canino migrano nei linfonodi dell’apparato digerente, mutano e viaggiano fino all’arteria polmonare e al ventricolo destro. Qui diventano adulti, si accoppiano e il ciclo riparte da capo. Talvolta qualche larva perde la strada e finisce nel cervello o negli occhi.
Comunque sia, il periodo di pre patenza è lungo, si parla di 40-60 giorni in media, ma in alcuni casi si arriva anche a sei mesi. Inoltre i parassiti adulti sono molto resistenti, sopravvivono per anni.
Sintomi da angiostrongilosi nel cane
Come sintomi, l’infestazione da strongili polmonari varia assai. Talvolta ci sono casi asintomatici, ma sono rari. Più spesso si hanno sintomi come:
- intolleranza all’esercizio fisico
- anoressia
- dimagramento
- vomito
- diarrea
- tosse
- dispnea acuta
- polmonite
- depressione del sensorio
- atassia
- convulsioni
- sintomi vestibolari
- paralisi
- dolore lombare
- uveite
- sviluppo di edemi non dolenti a livello mandibolare, di arti e addome
- emorragie
- ascite
- CID
- trombosi
- insufficienza cardiaca
- morte (anche improvvisa)
I sintomi neurologici solitamente sono causati o da emorragie a carico del sistema nervoso centrale o da emboli parassitari. (LEGGI anche: Conoscete la metaldeide? Può uccidere il vostro cane, è veleno!)
A livello di esami del sangue si notano trombocitopenia (anche immunomediata), defici dei fattori della coagulazione (soprattutto V e VII) e aumentato tempo di protrombina.
Diagnosi
La diagnosi non è sempre semplicissima visti i sintomi non patognomonici. Considerate poi che molti di questi sintomi sono sovrapponibili a quelli della filariosi cardiopolmonare da Dirofilaria immitis. Comunque sia la diagnosi prevede di effettuare:
- esami del sangue comprensivi di test della coagulazione
- radiografie del torace
- esami delle feci con test di Baermann
Cura per gli strongili polmonari nel cane
Anche nelle forme asintomatiche o con pochi parassiti, la strongilosi polmonare del cane deve essere sempre trattata. Solitamente si usano antiparassitari (sia esterni che compresse) attivi contro gli strongili polmonari.
La terapia potrebbe richiedere più somministrazioni, dipende dal grado di infestazione. Importante anche trattare i sintomi secondari: potrebbe essere necessaria terapia sintomatica. Considerate poi che quando gli antielmintici fanno effetto, la morte simultanea di parecchi parassiti potrebbe dare un peggioramento temporaneo del quadro clinico, per cui i pazienti vanno attentamente monitorati in queste fasi.
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