Argo, la mitica storia del cane di Ulisse è un inno all’amicizia e alla fedeltà che tutti dovremmo conoscere

Una delle storie di fedeltà e amicizia più toccanti tra uomini e animali proviene dall'Odissea. Nel capolavoro scritto da Omero si narra la storia di Argo, il cane di Ulisse e il loro ultimo incontro dopo 20 anni di lontananza da Itaca. Uno struggente esempio di fedeltà, amore puro che non conosce confini

Tra i cani più famosi di sempre che hanno fatto parlare di sé per le loro imprese, per la loro lealtà non vi sono solamente Hachiko, Balto, Lassie. Se chiudiamo gli occhi per un istante e facciamo un salto indietro nel passato, nell’antica Grecia, vi è un cane in particolare a cui l’illustre poeta Omero ha dedicato versi.

È Argo, il fedelissimo cane di Ulisse e questa è la loro storia, una storia di amicizia pura e sincera, di intesa al di là del tempo e degli avvenimenti che stravolgono il corso della vita. Di lui si narra nei canti dell’Odissea. Nel capolavoro omerico una parte molto toccante è incentrata sull’incontro tra Argo e Ulisse quando il mitologico eroe raggiunge la sua patria, Itaca.

Quando Ulisse e Argo si sono conosciuti, l’animale era solo un cucciolo. È stato Ulisse ad allevarlo, a prendersi cura di lui ed era solito portarlo con sé durante le battute di caccia. Argo ripone la sua fiducia in Ulisse e sa che anche dopo anni e anni trascorsi lontano da lui, il tempo può cambiare l’aspetto delle cose, degli esseri viventi, ma non il loro cuore.

Argo ne è l’esempio più riuscito. Quando finalmente il suo Ulisse fa ritorno a Itaca, l’astuto guerriero riesce a ingannare anche i suoi amici travestendosi, quasi tutti ma non Argo. Il buon cane, ormai anziano e ricoperto di zecche – sono queste le parole scelte da Omero per raccontarci il loro incontro – cerca di farsi largo tra la folla perché ha riconosciuto il suo compagno. La reazione del cane alla vista di Ulisse è forse la più bella di tutta la letteratura. 

Per quanto abilmente Ulisse possa camuffare le sue sembianze, Argo sa chi ha davanti a sé. Non l’ha dimenticato nemmeno dopo 20 interminabili anni. La gioia è incontenibile, così forte che il cane sembra rinascere alla sua vista, prima dell’ultimo saluto. La scena è unica, toccante, piena di patos.

Argo scodinzola di felicità vedendo “il suo signore”, le sue orecchie inizialmente drizzate sul chi va là si lasciano cadere rapendo gli occhi dei passanti. Anche la reazione dell’eroe appare molto sentita. Sul volto di Ulisse scende una lacrima, asciugata di nascosto.

L’emozione è tale che Argo, dopo aver atteso così a lungo, chiude gli occhi per sempre. Un ultimo sguardo e il cane “sempre fedele” si addormenta. L’attesa lo ha ripagato, facendogli rivedere il suo amato Ulisse. Una storia intensa e così realistica che ci ricorda quanto leali siano gli animali. Da loro c’è solo da imparare.

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