L’albergo di Rimini che rifiuta una non vedente accompagnata dal cane guida

Che nel 2016 succedano queste cose ha veramente del paradossale. A Rimini, una donna pugliese affetta da cecità, si è vista rifiutare la prenotazione in un hotel perché, comprensibilmente, avrebbe portato con sé il proprio cane guida.

Che nel 2016 succedano queste cose ha veramente del paradossale. A Rimini, una donna pugliese affetta da cecità, si è vista rifiutare la prenotazione in un hotel perché, comprensibilmente, avrebbe portato con sé il proprio cane guida.

Patrizia voleva soggiornare nell’Hotel St. Gregory Park dal 28 al 31 agosto, ma le è stato impedito proprio per la presenza dell’animale. L’episodio è stato prontamente denunciato dall‘Unione italiana ciechi, perché la legge su questo non ammette repliche: il cane guida di fatto rappresenta gli occhi del non vedente, quindi non deve essere allontanato mai dalla persona che accompagna e può liberamente entrare in tutti i posti aperti al pubblico, tra cui appunto alberghi, beb, spiagge e via dicendo.

Tutte norme chiare che a quanto pare, non lo sono affatto per i gestori dell’albergo in questione, per loro la politica aziendale va oltre la legge. Ma qui, la severità delle linee guida della struttura, che non prevede la possibilità di ospitare animali, c’entra ben poco.

Il cane guida non è e non deve essere considerato come un animale da affezione qualsiasi, perché è di fatto un sostegno per le persone non vedenti e la sua condizione è tutelata sia a livello nazionale che europeo.

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cane non vedente

Proprio per questo Mario Barbuto, il presidente dell’Unione italiani ciechi, reputa l’episodio come “una vera e propria violazione dei diritti umani perpetrata più e più volte non solo in questo specifico caso, ma troppo spesso su mezzi e strutture pubbliche”.

Ma a poco sono servite le spiegazioni. L’azienda ha ovviamente replicato, ma ribadendo che la politica aziendale non prevede l’entrata di animali e il divieto vale per tutti.

“Nel caso specifico del richiedente abbiamo provveduto a segnalare alla signora un’altra struttura che noi stessi abbiamo contattato concordando perfino il prezzo che sarebbe stato simile al nostro nonostante la struttura, nel periodo indicato dalla signora, avesse prezzi diversi. Il fatto di non ospitare animali all’interno della struttura è un atto finalizzato a garantire ai propri ospiti, che da anni scelgono il Gregory Park di Rimini, un ambiente pulito senza residui di peli di animali, questo per ovviare al problema delle allergie. Nel periodo richiesto dalla donna avevamo 150 ospiti con i quali firmiamo un vero e proprio contratto, con tutta la buona volontà non potevamo renderci inadempienti nei confronti di tutti i nostri clienti per tutela un singolo”, ha scritto l’amministratore Mauro D’Amico.

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Insomma, come spesso accade, quando si parla di disabilità si tende a minimizzare i disagi delle persone e in questo caso della signora Patrizia, discriminata perché non vedente. All’albergo che aveva paura di rovinare il buon nome dell’azienda ospitando un cane guida, suggeriamo di fare un passo indietro, perché la reputazione la si costruisce rispettando la propria clientela, senza fare alcuna distinzione. E siamo oltretutto convinti, che nessuno degli ospiti della struttura, vedendo un cane guida avrebbe sindacato sulla presenza dell’animale.

Dominella Trunfio

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