È trascorso un decennio dalla liberazione dei beagle dell'allevamento di Green Hill, nati e scresciuti per essere destinati ai laboratori di sperimentazione e ricerca scientifica. 10 anni di battaglie e successi, ma gli esperimenti su questa particolare razza di cani continuano. Oggi in Italia, proprio in questo momento, ci sono 20 beagle giunti al centro sperimentale Aptuit di Verona. Noi non lo dimentichiamo...
Nessun amante degli animali, nessun volontario e nessuna associazione animalista potrà mai dimenticare le immagini della storica liberazione dei beagle di Green Hill, l’allevamento lager di cani di tale razza sito a Montichiari (Brescia), nati e cresciuti per essere destinati ad una esistenza fatta di sofferenza e agonia negli stabulari di tutto il mondo.
Green Hill era infatti una fabbrica della morte, in cui le fattrici, i cuccioli, ed i tantissimi altri beagle erano rinchiusi in condizioni disumane per poter fungere da cavie da laboratorio nella sperimentazione animale.
Dopo centinaia di manifestazioni e petizioni, le inchieste per illeciti e le denunce fatte alla Procura della Repubblica e ai Nas, la lunghissima battaglia legale giunse al termine, portando finalmente alla chiusura dello stabilimento, al sequestro dei beagle di Green Hill e alla condanna dell’allevamento lager. (Leggi anche:Green Hill, 10 anni fa la storica ed emozionante liberazione dei beagle oltre il filo spinato)
Una conquista ardua, sudatissima che ha fatto la storia e che ha portato all’emanazione del Decreto Legislativo n. 26/2014 con il quale il nostro Governo rende illegale l’allevamento di cani, gatti e primati destinati alla vivisezione su tutto il territorio italiano dal 29 marzo 2014.
Un successo inaudito che fu celebrato per mesi, forse anche anni, da chi ha dato cuore e anima alla causa, ma che ancora oggi viene tradito nel principio poiché ogni anno in Italia continuano ad arrivare dall’estero tanti altri beagle che sono destinati ad una fine atroce, al contrario di quelli di Grenn Hill che sono stati salvati.
Come è possibile tutto ciò?
Attraverso quella che potremmo definire una falla giuridica che non vincola la questione in ogni suo punto, ma che in realtà è solo un decreto che può essere facilmente aggirato. Se il Governo vieta di allevare cani destinati alla vivisezione sul territorio nazionale, questi possono arrivare dai Paesi stranieri in cui non vige tale divieto, continuando così ad essere sottoposti a test di ogni genere.
E così è stato per i poveri 20 beagle giunti al centro sperimentale Aptuit di Verona e così è tutt’ora per i tanti, tantissimi beagle morti negli esperimenti di cui non conosciamo i numeri.
In questo i beagle sono i cani più ambiti dalle multinazionali farmaceutiche e dai centri di ricerca e continuano ad essere utilizzati nei loro spietati esperimenti. Il loro temperamento docile e tutta una serie di caratteristiche anatomiche favorevoli hanno fatto sì che questa fosse la razza di cani più adoperata nei laboratori.
Le applicazioni su questa specie sono moltissime: studi di tossicità per sostanze industriali; tossicità per le sostanze d’abuso, come alcol e stupefacenti; trapianto di organi e tessuti; cancro; test bellici; ricerca di base in qualsiasi settore”
specifica la LAV, raccontando una realtà inquietante di cui si parla ancora troppo poco, poiché fa paura solo da immaginare.
Oggi quindi, nel giorno del decimo anniversario della liberazione dei Beagle di Green Hill, il nostro pensiero va proprio a quelli rinchiusi ancora oggi alla Aptuit di Verona. E a tutti gli altri…
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