Una direttiva europea per porre fine alle violenze che subiscono i randagi in tutti i Paesi dell’Unione, in particolare in Romania ed Europa dell'est. All’orribile sorte che attende i randagi presi e rinchiusi nelle “perreras” che non vengono adottati, cioè la morte. Alla possibile strage che verrà messa in atto in Romania dopo l’approvazione della scandalosa legge che da il via libera all’uccisione della popolazione canina randagia. È quanto hanno chiesto Andrea Zanoni, Eurodeputato Idv, e Massimo Pradella, presidente Oipa, al responsabile Benessere animali del gabinetto del Commissario Ue John Dalli, durante l’incontrato di ieri a Bruxelles.
Una direttiva europea per porre fine alle violenze che subiscono i randagi in tutti i Paesi dell’Unione, in particolare in Romania ed Europa dell’est. All’orribile sorte che attende i randagi presi e rinchiusi nelle “perreras” che non vengono adottati, cioè la morte. Alla possibile strage che verrà messa in atto in Romania dopo l’approvazione della scandalosa legge che da il via libera all’uccisione della popolazione canina randagia. È quanto hanno chiesto Andrea Zanoni, Eurodeputato Idv, e Massimo Pradella, presidente Oipa, al responsabile Benessere animali del gabinetto del Commissario Ue John Dalli, durante l’incontrato di ieri a Bruxelles.
“Abbiamo parlato dello scandalo delle perreras spagnole, della legge che prevede l’uccisione sommaria dei randagi in Romania e di altre situazioni a rischio. Ci hanno ascoltato con molta attenzione. Adesso vediamo quali azioni verranno intraprese”, spiega il leader animalista, che nel pomeriggio aveva accompagnato la consegna di circa 113mila firme raccolte dall’Oipa sulla tutela di cani randagi in Europa alla commissione Petizioni del Parlamento europeo. Una petizione che “manifesta chiaramente quanto l’indignazione dei cittadini per questi scempi stia montando in tutta Europa”, ha commentato l’Eurodeputato in una nota.
“Siamo qui per consegnare le firme di cittadini europei inorriditi dalle crudeli uccisioni di cani randagi in quei Paesi dove non esistono leggi che regolano la tracciabilità di questi animali – ha detto Massimo Pradella, presidente Oipa – Ci sono alternative etiche, efficienti e di basso costo per risolvere il problema del randagismo”. Purtroppo, però, secondo la Commissione, l‘art 13 del trattato di Lisbona, che definisce gli animali come degli esseri senzienti, è solo principio generale. Manca ancora, insomma, una legge applicativa. “La dichiarazione scritta sulla gestione della popolazione canina nell’Ue approvata il 14 ottobre dal Parlamento europeo costituisce proprio il primo tassello di una strada per noi fondamentale ovvero l’approvazione di una norma europea sulla tutela dei randagi -spiega Zanoni- Per quanto mi riguarda la battaglia non si ferma qui. Bisogna mettere fine a scempi come le perreras spagnole e la legge ammazza randagi in Romania”.
Ma non va dimenticato che il caso rumeno, quello spagnolo, o ancora quello svizzero, dove la caccia ai gatti randagi è ancora legge, non sono unici. Uno sterminio di randagi è in corso anche in Ucraina, dove si aspettano gli Europei di calcio 2012 a partire dall’08 giugno. Perché, per un evento di tale portata, è necessario “ripulire” la città, trasmettere la “migliore” immagine possibile. Peccato che polpette avvelenate, fucilate, bastonate, e “crematori mobili”, questi gli “strumenti” utilizzati dai carnefici, trasmettono davvero altro rispetto al quadretto serafico a cui mira il Paese dell’Est.
“Chiunque il 1° luglio 2012 solleverà la coppa nello stadio di Kiev, deve sapere che il prestigioso trofeo è macchiato dal sangue di migliaia di cani randagi”, spiega Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, che ha inviato ai capitani delle 16 nazionali europee qualificate per la fase finale una lettera in cui chiede un’obiezione di coscienza e un forte “no agli Europei insanguinati”. “Calciatori, tifosi e appassionati di sport – aggiunge Rocchi- devono infatti sapere che la autorità ucraine stanno attuando una vera politica di sistematico sterminio dei ‘trovatelli’”.
Intanto, la UEFA dichiara in una nota di aver preso atto “delle misure annunciate dal governo ucraino per arrestare e vietare l’uccisione dei cani randagi e ne attende l’implementazione”. Dopo i ripetuti incontri tra la UEFA e le autorità ucraine, il ministro dell’ambiente Mykola Zlochevsky ha ufficialmente annunciato, continua la nota, il divieto immediato di sterminare i cani randagi. Ma in tutto ciò, purtroppo, c’è “puzza” di operazione di facciata.
Certo è che si tratta di una situazione davvero surreale e inconcepibile. E che il fantomatico stop sia vero o no, un tremendo olocausto è già stato perpetrato contro innocenti randagi. Possibile che a nessuno venga in mente che il problema dei randagi possa essere risolto con la sterilizzazione?
Roberta Ragni