Da oggi, 2 novembre, niente più code e orecchie tagliate ai cani. Entra infatti in vigore la direttuva prevista dalla Convenzione Europea
Niente più code e orecchie tagliate ai cani. È entrata in vigore ieri 1° novembre la nuova normativa che pone fine a questa barbarie. Contenuta nella Convenzione Ue per la protezione degli animali da compagnia, la norma era stata ratificata dalla legge nazionale n. 210 del novembre scorso.
Nessun dubbio né passi indietro visto che, proprio perché previsto dalla Convenzione, il provvedimento europeo non teme deroghe. Infatti, l’Italia così come gli altri stati membri, se avesse voluto approvare gli interventi chirurgici, avrebbe espressamente dovuto prevederli. Non facendolo nella sua legge di recepimento, lo ha di fatto vietato.
E mentre da una parte le associazioni animaliste esultano per la mancata deroga e per l’entrata in vigore del provvedimento, dall’altra gli allevatori non sono soddisfatti, soprattutto per la mancata “occasione” colta da parte del governo. Nel corso degli ultimi mesi c’è stata però una vera e propria battaglia tra il ministro Ferruccio Fazio e la sottosegretaria Francesca Martini.
A partire dal marzo scorso, quando Fazio attraverso una circolare interpretativa illustrò che “fermo restando il divieto assoluto di praticare interventi chirurgici a scopo estetico sugli animali da compagnia, sussiste tuttavia la possibilità di eseguire, in via eccezionale, interventi chirurgici non curativi ritenuti necessari sia per ragioni di medicina veterinaria nell’interesse dell’animale, bentinteso qualora tali ragioni siano state rilevate dal medico veterinario che se ne assume la responsabilità“. Allevatori-animalisti 1-0.
Pochi giorni dopo arrivò la replica di Francesca Martini che attraverso un’ordinanza sulla tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani, vietava non solo la messa in vendita ma anche “l’esposizione” fino al marzo 2013 dei cani sottoposti a interventi chirurgici non curativi. Allevatori-Animalisti 1-1.
Qualche mesetto dopo Fazio riprende le redini della situazione, facendo chiarire alla direzione generale del ministero che “possono legittimamente partecipare ad esposizione i cani che sono stati sottoposti al taglio della coda”, riportando in testa gli allevatori nel derby delle torture sui cani. Allevatori-Animalisti 2-1.
Ed infine giunge la replica del sottosegretario Martini che ad agosto integra l’ordinanza del 22 marzo 2011 con la conferma del divieto di “esposizione” dei cani morfologicamente alterati a scopi non curativi, ma solo a fine di “vendita“. Un colpo al cerchio e un colpo alla botta, come si suol dire.
Ma intanto subentra il Tar, che ha sospeso l’ordinanza Martini dopo il ricorso presentato dall‘Enci (Ente nazionale cinofilia italiana), secondo il quale – come riporta l’agenzia Geapress – adesso l’unica fonte del diritto sarebbe la prima circolare di Fazio che delegava la decisione finale al veterinario.
In questa bagarre, l’unica buona notizia è l’entrata in vigore la direttiva europea. I cani sentitamente ringraziano.
Francesca Mancuso