Sequestrato e portato in canile perché abbaiando disturbava il vicino di casa della proprietaria Eva Munter. Una storia che ha dell’incredibile quella che arriva da Roverè della Luna, nei dintorni di Rovereto e vede protagonista il cane Miro.
Sequestrato e portato in canile perché abbaiando disturbava il vicino di casa della proprietaria Eva Munter. Una storia che ha dell’incredibile quella che arriva da Roverè della Luna, nei dintorni di Rovereto e vede protagonista il cane Miro.
“Ma abbaiare non è un diritto esistenziale per gli animali?”, si chiede Rinaldo Sidoli del Movimento animalista e ce lo chiediamo anche noi, soprattutto perché, spiega il presidente in una nota:
“Teniamo a precisare che la condotta della padrona appare non idonea a recare disturbo ad un numero indeterminato di persone, per tanto se a lamentarsi del cane è un solo vicino di casa, non è disturbo della quiete pubblica”.
La storia del cane Mirò è stata raccontata dalla sua proprietaria Eva Munter che dopo l’accaduto ha lanciato una petizione su change.org ‘FreeMiro’ e la sua richiesta di aiuto è già arrivata al cuore di tanti: quasi 150mila persone hanno già firmato per far tornare il cane tra le braccia della donna e nel calore della sua casa.
Come racconta Eva, il 22 marzo Miro, un pastore abruzzese di circa tre anni, è stato prelevato dai Carabinieri, sequestrato e portato in un canile con l’accusa di disturbare perché abbaiava.
“È bastato che una sola persona dichiarasse che il cane abbaiava per dar via a questa assurdo provvedimento, nonostante il resto del vicinato non avesse lamentato rumori molesti o fastidio, anche con le finestre aperte. Più volte le Forze dell’Ordine sono accorse sul posto in seguito alle chiamate del mio vicino e tutte le volte hanno constatato che Miro non stava abbaiando”, scrive Eva nella petizione.
A quanto pare la vicenda va avanti da tempo, ci sono infatti due querele, trasformate poi in due decreti penali di condanna, per l’abbaiare del cane che non permetterebbe al vicino di dormire.
“Un’accusa infondata, dal momento che il cane di notte viene fatto entrare in casa, proprio per evitare ogni possibile disturbo”, continua la donna.
Attualmente Miro si trova dunque in canile, in attesa che la situazione venga chiarita dal Tribunale di Trento tramite processo fissato a fine aprile.
“Ora è chiuso in uno spazio ristretto, senza la sua famiglia e lontano da chi lo ama. Questo è il provvedimento preventivo richiesto dal suddetto vicino che si definisce amante degli animali. Miro non può stare rinchiuso in un canile”.
E ancora:
“Miro fa parte della mia famiglia. È amato, protetto, felice. Ha una casa e un grande giardino in cui correre e giocare. Miro ci è stato portato via, ci è stato tolto come se fosse un oggetto e non una creatura vivente con sentimenti ed emozioni. L’unico effetto di questo provvedimento, invece, è quello di danneggiare Miro e di farci soffrire”.
Eva chiede di far sospendere questa istanza e al suo appello ci uniamo anche noi, Miro non può vivere la sofferenza di un canile, lontano dai suoi proprietari.
“Chiedo quindi, per favore, di sospendere questa istanza di sequestro e di permetterci di affrontare il processo in corso fianco a fianco dell’animale che da anni è entrato nel mirino del querelante”.
FIRMA QUI LA PETIZIONE PER LIBERARE MIRO
Dominella Trunfio