Le Guardie Zoofile Enpa hanno sequestrato un pastore tedesco tenuto alla catena senza cibo né acqua in un capannone di lavoratori cinesi a Prato
Un cane abbandonato a Prato. Storia di ordinaria amministrazione, purtroppo, soprattutto nei mesi estivi. In più, stavolta, il povero cucciolo di pastore tedesco era pure maltrattato e malnutrito, a causa di una piccola catena che lo teneva costretto a una ringhiera.
È così che un controllo antiabbandono e prevenzione maltrattamenti delle Guardie Zoofile della sezione Enpa di Firenze è risalito alle autentiche torture inferte a un cane di 7 anni in zona Macrolotto, nel Comune di Prato. All’improvviso i guaiti di un cane che sembravano provenire da un capannone industriale ed ecco la scena atroce di un amico a quattro zampe completamente emaciato, unghie lunghissime, ferite e pustole ovunque.
La catena che lo teneva inchiodato alla ringhiera era lunga meno di due metri (ma anche se fosse stata lunga chilometri non avrebbe mai avuto un senso logico) e per questo era obbligato a giacere e a “camminare” sopra un cumulo di rifiuti, tra bottiglie, lattine rotte e assi di legno da cui fuoriuscivano un bel po’ di chiodi arrugginiti.
Inutile dire che il cagnolone non avesse a disposizione né acqua, né cibo, né tanto mento un riparo da sole e pioggia.
Al momento del ritrovamento, ha reso noto l’Enpa, il cane “presentava profonde piaghe putrescenti su tutto il corpo con vistose fuoriuscite di liquidi infetti in particolare nella zona degli occhi, orecchie e zampe”. Persino la capacità di camminare “risultava fortemente compromessa a causa degli unghielli talmente lunghi da attorcigliarsi“.
I responsabili? Il cane è stato ritrovato in un capannone di lavoratori cinesi, che del cucciolone nulla sapevano. Dai riscontri effettuati sul posto attraverso il controllo del microchip, il cane risulterebbe essere di un italiano.
Le guardie zoofile Enpa hanno intanto sequestrato il cane che ora è custodito presso il canile del Calice di Prato. Ma le sue condizioni restano precarie, conclude l’Enpa, “a causa della totale assenza di cure di cui necessitava da tempo“.
Germana Carillo
Foto: Ansa
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