Non solo pesticidi e crisi climatica. Le api mellifere devono fare i conti anche con un'altra minaccia silenziosa: i campi elettromagnetici, che hanno un impatto deleterio sul prezioso processo di impollinazione, come confermato da uno studio appena pubblicato su Science Advances
Di anno in anno stiamo assistendo al triste declino delle api, sempre più minacciate dalle attività umane. A dar loro il colpo di grazia un mix di fattori, dall’uso massiccio dei pesticidi agli stravolgimenti climatici, passando per la diffusione di parassiti e specie aliene invasive. Ma a metterle a rischio, compromettendone l’impollinazione, ci sono anche i campi elettromagnetici.
Già in passato alcune ricerche scientifiche avevano messo in guardia su questo fenomeno; adesso la conferma arriva da un nuovo studio, guidato da un gruppo di biologi ed ecologi dell’Università di Talca, in Cile.
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Il monitoraggio ha coinvolto le api mellifere della California, esposte alle radiazioni elettromagnetiche emesse dalle torri elettriche, per osservare le conseguenze sul loro comportamento e sulla produzione di semi da parte dell’Escolzia, fiore (noto anche come papavero della California) impollinato da questi insetti.
I ricercatori hanno quindi contato il numero di papaveri della California che fioriscono attorno alle torri elettriche attive e poi quelli che crescono nei pressi delle torri inattive, scoprendo che la maggior parte delle fioriture si registrava proprio attorno a queste ultime.
L’impatto deleterio dei campi elettromagnetici sulle api
In un secondo momento hanno prelevato diversi esemplari di api mellifere che volavano a diverse distanze dalle torri e hanno misurato i livelli di una proteina dello shock termico HsP70m, correlata a una serie di stimoli stressanti. Come previsto, hanno rilevato livelli più elevati di questa proteina nelle api che si muovevano nella zona colpita dai campi elettromagnetici.
I livelli di Hsp70 sono raddoppiati dopo 5 minuti nelle api mellifere vicine alle torri di trasmissione attive rispetto a quelli osservati nelle api mellifere collocate lontano da esse. – spiegano gli studiosi – Tra le api da miele dell’esperimento esposte a un campo elettromagnetico attivo, il livello medio di concentrazione di Hsp70 nei loro corpi (~0,68 ug/μl) era del 52% più alto rispetto alle api da miele non esposte; e le api mantenute vicino alle torri trasmettevano attivamente corrente (~0,63 ug/μl).
Ma non solo. Il team di esperti ha fatto un’altra scoperta soprendente: la frequenza delle visite a un fiore più vicino alle torri elettriche era inferiore di circa il 308% ai fiori più lontani dalle torri.
Insomma, l’impatto delle radiazioni è deleterio su questi insetti, dalla cui impollinazione dipende la sopravvivenza di diverse specie vegetali e parte della nostra alimentazione.
Attualmente, il numero di colonie di api da miele sta diminuendo in alcune parti del mondo a causa di un’ampia varietà di pericoli, come l’avvelenamento da sostanze chimiche, le specie invasive, i cambiamenti climatici e la frammentazione degli habitat. I campi elettromagnetici rappresentano una minaccia emergente che sta aumentando la sua impronta attraverso i paesaggi agricoli – concludono i ricercatori – L’interazione tra tutti questi fattori potrebbe mettere a rischio ulteriormente le popolazioni di api mellifere, portando così a perdite di produzione per diverse colture, rendendo più difficile la sfida per raggiungere la sicurezza alimentare globale.
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Fonte: Science Advances
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