Nel deserto di Dubai la plastica, rivelano gli esperti, sarebbe la responsabile della morte di 300 cammelli nell’intero Emirato.
Anche loro scambiano i rifiuti tossici per cibo e se ne riempiono lo stomaco: i cammelli, come tantissimi altri animali, mangiano quel che trovano. E spesso si tratta di plastica. Siamo nel deserto di Dubai dove proprio la plastica, rivelano gli esperti, sarebbe la responsabile della morte di 300 cammelli nell’intero Emirato.
Nel complesso, sono 390mila i cammelli dromedari (Camelus dromedarius) che vivono negli Emirati Arabi Uniti. Ora lo studio pubblicato sul Journal of Arid Environments stima che la plastica uccida circa l’1% di questi animali culturalmente importanti.
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Lo scienziato ambientale Marcus Eriksen, che analizza i rifiuti di plastica nel Golfo Persico, spiega come i cammelli abbiano ingerito interi blocchi di rifiuti che poi si sono accumulati nello stomaco, sottoponendoli a morti agonizzanti che possono durare mesi o addirittura anni. Nello specifico, dei 30.000 cammelli morti che a sua volta Ullrich Wernery, il microbiologo veterinario presso il Central Veterinary Research Laboratory di Dubai che ha partecipato allo studio, ha esaminato dal 2008, 300 avevano budella pieni di plastica. In un sottoinsieme di cinque cammelli, la plastica pesava da tre a 64 chilogrammi.
“Ero a Dubai per esaminare la plastica nel Golfo Persico quando un veterinario di cammelli, Ullrich Wernery, del Central Veterinary Research Laboratory, mi ha chiesto di unirmi a lui nel deserto – racconta Eriksen. Abbiamo trovato cinque scheletri di cammelli sepolti nella sabbia con masse di rifiuti di plastica nel petto. I cammelli sanno solo che ciò che non è sabbia è probabilmente cibo: la plastica disseminata potrebbe contenere rifiuti alimentari, come oli e sali, che sono attraenti al gusto”.
'It's a slow death': Camels are dying with masses of plastic in their bellies, study finds | CBC Radio https://t.co/UwIIZFGXvf
— Margaret E Atwood (@MargaretAtwood) December 17, 2020
Borse, bottiglie, corde e altre materie plastiche possono accumularsi negli stomaci dei cammelli nel corso degli anni, calcificandosi lentamente in una massa solida. E non solo, le sacche nell’intestino “contengono anche grandi colonie batteriche, quindi i cammelli si ammalano facilmente proprio per l’elevata carica batterica”.
“Questo non è uno studio di laboratorio. Questa è la vita reale e sta accadendo proprio ora a un’intera popolazione, non solo a un singolo cammello: è culturalmente significativo. Bisogna vietare la plastica, che è spesso trasportata dal vento anche su lunghe distanze”.
Il dottor Eriksen, che lavora presso The 5 Gyres Institute, un’organizzazione senza scopo di lucro focalizzata sull’inquinamento da plastica, non ha dubbi su dove sia la colpa: “le aziende che producono plastica monouso combattono costantemente le politiche per limitare la stessa plastica monouso”.
Abbiamo sentito parlare di mammiferi marini, di leoni marini, di balene, tartarughe e uccelli marini morti con rifiuti di plastica nello stomaco. Ma è ormai chiaro che questa non è solo una questione oceanica, anche una questione di terra. La plastica è ovunque e continua ad uccidere.
Fonte: Journal of Arid Environments
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