Il freddo e la neve non spaventano i bracconieri, anzi. Le basse temperature e la natura imbiancata sembrano averli scatenati. Uccisi esemplari rari e ben oltre i numeri consentiti dalla legge
Il freddo e la neve non spaventano i bracconieri, anzi. Le basse temperature e la natura imbiancata sembrano averli scatenati. Uccisi esemplari rari e ben oltre i numeri consentiti dalla legge. Per questo, il WWF ha lanciato un appello, chiedendo la sospensione della caccia per tutelare gli animali selvatici in un momento particolarmente difficile per la loro sopravvivenza a causa del freddo.
Dalla Puglia alla Toscana arrivano tante cattive notizie. Nonostante la fauna sia già provata da temperature rigide e la neve che ne ostacola la ricerca di cibo, i bracconieri non demordono.
Un attivista ha scoperto un carniere di almeno 24 beccacce lungo il torrente Mussino, affluente del Tevere in Umbria, ma la normativa consente un massimo di 3 capi abbattibili al giorno da ogni singolo cacciatore, e 20 nell’intera stagione.
Le beccacce, a causa del freddo e della neve, assumono spesso comportamenti anomali: si concentrano lungo i corsi d’acqua, cercano cibo in pieno giorno e allo scoperto anziché in bosco, dimora abituale. In questo modo, è facile catturarle per i cacciatori senza scrupoli.
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Un’altra triste notizia arriva dal Lago di Lesina, in Puglia. Un fotografo naturalista ha osservato un gruppo di cacciatori di ritorno dalla loro battuta di caccia, con un esemplare della rarissima Oca collorosso. L’animale è originario della Siberia ma pochissimi esemplari raggiungono l’area mediterranea negli inverni più rigidi. La popolazione mondiale è stimata in soli 50.000 unità: si tratta di uno degli anatidi più minacciati del pianeta.
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Ma l’ecatombe non è ancora finita. Mercoledì 11 gennaio sono stati sorpresi alcuni cacciatori appostati alla caccia al cinghiale all’interno della riserva naturale e Oasi WWF di Bosco Rocconi, nella Maremma interna (GR).
Nei giorni scorsi il WWF aveva più volte denunciato la situazione che mette a rischio anche l’incolumità delle famiglie in visita all’Oasi. Più di una volta infatti, i visitatori si sono trovati circondati da cinghiali feriti, rincorsi da mute di cani, con il rischio di essere travolti.
Per questo, l’associazione ha chiesto la sospensione della caccia almeno in questi giorni di grande freddo. La legge 157/92 prevede il divieto di “cacciare su terreni in tutto o parte coperti da neve” (tranne che nella zona alpina), e sugli specchi d’acqua ghiacciati. Ma sono le Regioni a dover modificare i calendari venatori proprio in previsione di una maggiore tutela degli animali selvatici.
Redazione greenMe.it