Le navi di Sea Shepherd si stanno preparando a fermare la caccia alle balene in Antartico con l’Operazione Nemesis. I balenieri giapponesi non vogliono dare ascolto alle sentenze internazionali sullo stop alla caccia alle balene.
Le navi di Sea Shepherd si stanno preparando a fermare la caccia alle balene nell’Oceano Antartico con l’Operazione Nemesis. I balenieri giapponesi non vogliono dare ascolto alle sentenze internazionali sullo stop alla caccia alle balene.>
Sea Shepherd ha a disposizione delle nuove navi costruite con i fondi provenienti dalle lotterie olandesi, svedesi e britanniche. L’organizzazione è pronta ad ostacolare i balenieri giapponesi per dire stop al massacro che ogni anno si ripete.
Due navi di Sea Shepherd sono già partite dall’Australia verso Sud per affrontare la flotta delle baleniere giapponesi secondo quanto dichiarato dagli attivisti. Le navi sono dirette verso le acque antartiche.
Secondo i funzionari giapponesi, le azioni di Sea Shepherd non sono altro che atti di sabotaggio nei confronti della caccia alle balene. che minacciano la vita dei membri dell’equipaggio nipponico e che non possono essere tollerate. I balenieri giapponesi dunque non cederanno facilmente.
Il Giappone ha già pensato ad azioni legali per fermare le campagne anti-caccia alle balene sostenendo che gli attivisti molestano l’equipaggio delle baleniere. Nessuno sembra pensare che ad essere realmente in pericolo sono le balene già a rischio di estinzione e che la loro caccia è un’attività ‘tradizionale’ che deve finire.
Sea Shepherd in ogni caso non vuole darsi per vinta e si prepara ad intraprendere l’11esima campagna per dire stop alla caccia alle balene. Dal 18 novembre le baleniere giapponesi sono pronte a ricominciare il massacro senza rispettare la moratoria mondiale sulla caccia commerciale alle balene e una sentenza del tribunale internazionale.
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Secondo Sea Shepherd è ormai tempo che il Giappone rispetti le decisioni internazionali e metta fine alla caccia alle balene. Il Giappone sta sfruttando una ‘scappatoia’ che permette la caccia alle balene a fini scientifici anche se tutti sanno bene che il vero fine è commerciale. La carne di balena infatti arriva ancora sulle tavole giapponesi e viene servita nelle mense scolastiche.
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La caccia alle balene non si ferma nemmeno di fronte all’ONU che già nel 2014 ha rilevato che l’attività non si svolge realmente per fini scientifici e che i permessi rilasciati al Giappone non hanno un obiettivo di ricerca. Il Giappone aveva annullato temporaneamente la caccia alle balene tra il 2014 e il 2015 ma poi ha ripreso le attività.
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Ora Sea Shepherd darà battaglia direttamente nell’oceano. Lo scorso anno le baleniere giapponesi hanno arpionato 333 balene, di cui 103 esemplari maschi e 230 femmine (il 90% di loro era in stato di gravidanza). È dunque facile comprendere come mai le balene siano a rischio di estinzione.
La caccia alle balene va abbandonata e il Giappone al più presto dovrebbe rinunciarvi.
Marta Albè
Fonte foto: Sea Shepherd Global