Ufficialmente la stagione della caccia è partita ieri, ma varie deroghe anticipano tale data. E 24 ore dopo l'avvio si contano già le prime vittime. Questa volta non stiamo parlando di animali. Gli stessi uomini che partono col fucile in spalla per puro divertimento finiscono per morire sotto i colpi del “fuoco amico”
Ufficialmente la stagione della caccia è partita ieri, ma varie deroghe anticipano tale data. E 24 ore dopo l’avvio si contano già le prime vittime. Questa volta non stiamo parlando di animali. Gli stessi uomini che partono col fucile in spalla per puro divertimento finiscono per morire sotto i colpi del “fuoco amico”.
Al Nord, al Centro, al Sud, per una volta l’Italia si trova tristemente unita. Ieri un cacciatore di 65 anni, uscito in compagnia del fratello di 75 anni e di un giovane nelle campagne tra Agnadello e Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona, è morto perché il fratello lo ha colpito involontariamente.
Il primo giorno di caccia si apre così ed è costato la vita a uno dei due fratelli. Ma non solo. Ferito a un occhio anche il giovane che si trovava con loro.
Racconta il Corriere che i due fratelli erano usciti di buon mattino e avevano raggiunto la zona vicino alla cascina Bissone. Secondo le prime informazioni, un movimento nella folta vegetazione aveva spinto uno dei due a sparare, pensando si trattasse di un fagiano. Ma il colpo ha ferito a morte il fratello, centrandolo al petto.
Altro caso nelle campagne della Ciociaria, precisamente a Ferentino (Frosinone) dove un uomo di 65 anni è stato trovato morto dissanguato dopo essere stato colpito alla gamba da un pallettone. All’inizio la colpa era stata data a un cinghiale ma è stato un proiettile a ferirlo a morte.
Andiamo in Sicilia. A Castelvetrano, nel trapanese, un giovane di 26 anni rischia di perdere un occhio a causa di un pallino esploso dal fucile, poi rimbalzato su una pietra.
E siamo solo all’inizio. Tante le lamentele e i tristi racconti dei nostri lettori che spesso devono far fronte a chi non rispetta gli obblighi imposti dalla Legge 157/92, ai quali devono sottostare i cacciatori. Come Anna, in gita con i bambini di una quarta elementare. I piccolo sono stati costretti ad allontanarsi per via degli spari troppo vicini in una riserva “no-caccia”.
Eppure, secondo la legge i cacciatori non possono avvicinarsi a meno di 100 metri da qualsiasi stabile adibito ad abitazione, non possono entrare nei parchi pubblici e privati e devono stare almeno 50 metri lontani da ferrovie e strade carrozzabili a meno che il loro fucile non sia scarico e inserito nella custodia.
Di caccia si muore…
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