Non ci si ferma neanche dopo il ferimento di un bambino di 10 anni raggiunto dai piombini di un proiettile da caccia. Si continua a sparare anche sugli animali stremati dal maltempo, nel padovano i bracconieri hanno ucciso due specie protette.
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Non ci si ferma neanche dopo il ferimento di un bambino di 10 anni raggiunto dai piombini di un proiettile da caccia. Si continua a sparare anche sugli animali stremati dal maltempo, nel padovano i bracconieri hanno ucciso due specie protette.
Ferito un bambino di 10 anni
È ancora in condizioni gravi il bambino di 10 anni che era stato ferito a Osimo, Ancona in circostanze ancora tutte da chiarire durante l’attività venatoria. Da una prima ricostruzione sembra che il proiettile abbia colpito un muro e il bambino sia stato investito dai pallini di rimbalzo.
“E’ inaccettabile che minorenni vengano coinvolti a vario titolo nell’attività venatoria: i bambini devono essere tenuti lontani dalle armi e da situazioni di grave e immediato pericolo. Con morti e feriti, sempre più spesso giovanissimi, le doppiette rappresentano un autentico problema di ordine pubblico, una vera emergenza nazionale”, scrivono le associazioni animaliste in una nota congiunta chiedendo al Parlamento di intervenire per tutelare i cittadini.
“Chiediamo inoltre – proseguono Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF – che siano aumentate le distanze di sparo da abitazioni, luoghi di lavoro, strade e ferrovie, minacciati da armi sempre più potenti; che le carabine non siano affidate a giovani sotto i 25 anni; che i turisti siano liberi di godere le vacanze e dunque che anche nella caccia di selezione i fucili tacciano nei mesi primaverili ed estivi; che il mese di settembre, ormai alta stagione per l’economia basata sul turismo rurale, sia esente da ogni forma di spari”.
Così, il consigliere regionale, Gianluca Busilacchi, ha lanciato una proposta per un referendum locale che limiti fortemente nelle Marche l’attivita’ venatoria e fa sapere che sta valutando la fattibilita’ del percorso da un punto di vista normativo.
Veneto: sospensione caccia
In Veneto, regione piegata in due dal maltempo, dove il governatore Zaia parla di almeno un miliardo di danni, si continua a sparare anche davanti alla devastazione. I cacciatori continuano a inseguire animali selvatici già duramente provati dalla perdita del loro habitat naturale.
Le associazioni animaliste chiedono al presidente la sospensione immediata dell’attività venatoria in tutta la Regione, affinché anche la fauna selvatica abbia modo di riprendersi dallo stress subito in questi giorni.
Uccise specie protette
Nel frattempo però nel padovano, sono stati uccisi due uccelli protetti: un Colombo (Columba livia) e un Marangone minore (Phalacrocorax pygmeusuna). E in tutta la regione, in provincia di Treviso, Vicenza, Rovigo, Venezia e Verona continuano le segnalazioni.
“Stanno sparando su animali stremati, sui pochi sopravvissuti a settimane di intense piogge, bombe d’acqua, allagamenti ed esondazioni di fiumi, è una situazione che richiedeva la chiusura della caccia così come previsto dalla legge 157/1992 all’articolo 19 comma 1 e dalla legge regionale n.50 del 1993”, spiegano i consiglieri dell’Intergruppo per la tutela e Conservazione della natura.
“I cacciatori, una minoranza per fortuna, che hanno sparato agli animali superstiti stremati – continuano i consiglieri – non hanno un minimo di umanità e sensibilità ambientale, invece di imbracciare la doppietta o addirittura compiere gravissime azioni di bracconaggio,potevano aiutare la protezione civile per dare una mano alle migliaia di cittadini veneti senza luce, acqua e casa”.
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Dominella Trunfio