Caccia alla volpe in Tana. La Provincia di Siena, dopo le proteste e l'imponente mobilitazione dei cittadini, ha disposto una moratoria di un mese per il contenimento della volpe con metodo della tana previsto dal 1° aprile al 31 luglio.
Caccia alla volpe in Tana. La Provincia di Siena, dopo le proteste e l’imponente mobilitazione dei cittadini, ha disposto una moratoria di un mese per il contenimento della volpe con metodo della tana previsto dal 1° aprile al 31 luglio.
L’annuncio è stato dato questa mattina dall’assessore provinciale all’agricoltura, alle risorse faunistiche e aree protette Anna Maria Betti nel corso di una conferenza stampa.
“Un mese di sospensione per sgombrare il campo dalle polemiche, riportando l’attenzione sulla gestione di tutta la fauna selvatica sul territorio, e cercare soluzioni con tutti i soggetti coinvolti nella gestione faunistica, dal Tavolo provinciale ai rappresentanti regionali e nazionali, compreso il Prefetto” si legge nel cumunicato stampa della Provincia di Siena.
“In questa circostanza – commenta l’ENPA – l’opinione pubblica del nostro Paese ha dato un segnale importantissimo alle istituzioni: ha detto chiaramente che è ora di finirla con gli inutili e inefficaci piani di abbattimento della fauna selvatica, per di più con attuati con assurde motivazioni come in questo caso. Le volpi sono state condannate a morte perché colpevoli di nutrirsi di lepri e fagiani, le stese prede che i cacciatori poi dovrebbero “divertirsi” ad uccidere durante la stagione venatoria: in sostanza, le volpi sono competitori del “popolo delle doppiette“.»
“Molti soggetti e alcune associazioni ambientaliste hanno intrapreso un’azione di mail-bombing contro la Provincia di Siena, esprimendo contrarietà per i contenimenti e, in particolare, per la modalità ‘alla tana’. La protesta si è estesa a livello nazionale, raggiungendo anche toni che sono andati spesso oltre una civile e corretta dialettica, cosa che sovente accade o si vuole che accada quando ci si muove con un approccio parziale e dogmatico, indifferente alla scienza e al diritto, rispetto a temi molto sensibili e a materie complesse come l’ambiente, la biodiversità e l’ecosistema con tutte le sue componenti” – ha commentato l’assessorre Anna Maria Betti – “Ho detto con forza che la Provincia di Siena non ci sta a prendere lezioni su questi temi. […] ‘ È intollerabile e paradossale che la Provincia, gli Atc e tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel prezioso quanto difficile compito affidato loro dalle leggi, oltre a dover far fronte, con risorse sempre più scarse e con la sola collaborazione di cacciatori, ambientalisti, agricoltori, Guardie Ambientali Volontarie e Guardie Venatorie Volontarie siano al centro di una simile denigrazione mediatica per lo svolgimento, a titolo volontario, di una funzione istituzionale e di un servizio di interesse pubblico“.
“Con il Tavolo provinciale che si è svolto ieri pomeriggio – conclude Betti – si è avviato un percorso che, attraverso la moratoria, punta a ricreare quella serenità necessaria per un confronto costruttivo su temi non meno urgenti e importanti. Mi riferisco alla questione ungulati, e quindi, ai danni alle coltivazioni e ai boschi, incidenti stradali, squilibrio interspecifico e nell’ecosistema. Lo scorso agosto abbiamo risollevato il problema nei confronti del legislatore nazionale, anche attraverso il Prefetto. Adesso, stiamo tentando diverse strade con la Regione. Subito dopo Pasqua riconvocherò il Tavolo e proporrò che rimanga insediato in via permanente: una sorta di tavolo di crisi aziendale perché ambiente, uomini, animali e piante sono l’azienda più grande della nostra provincia, un’azienda che sta soffrendo pesantemente e di cui non possiamo né vogliamo fare a meno. Ripartiremo dal Tavolo e dalle sue componenti coinvolgendo i rappresentanti istituzionali e associativi, sia regionali che nazionali, per un confronto sereno e costruttivo che permetta di giungere rapidamente a soluzioni che diano certezza di diritto e di risorse a chi si trova a operare sul territorio“.
Ma la questione della caccia alla volpe in tana non è ancora chiusa del tutto in quanto la moratoria è un provvedimento temporaneo. «Se il progetto di sterminio delle volpi dovesse in qualche modo ripresentarsi, siamo pronti a ripartire con la mobilitazione – aggiunge l’Enpa -. Naturalmente, siamo fin da ora disponibili, come lo siamo sempre stati, a fornire il nostro supporto per valutare alternative ecologiche e incruenti all’abbattimento. Soluzioni che, come dice chiaramente la legge nazionale 157/92, devono avere l’assoluta precedenza sui piani di abbattimento, inutili ed invisi alla stragrande maggioranza degli italiani.»
Simona Falasca
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