Altro che zombie, Rick e compagni si mobilitano per sconfiggere i bracconieri. Il cast di AMC The Walking Dead è protagonista, infatti, di una campagna americana che vuole sensibilizzare l'opinione pubblica sulle conseguenze disastrose del traffico illegale di animali selvatici.
Altro che zombie, Rick e compagni si mobilitano per sconfiggere i bracconieri. Il cast di AMC The Walking Dead è protagonista, infatti, di una campagna americana che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze disastrose del traffico illegale di animali selvatici.
La campagna, nata in collaborazione con la US Fish and Wildlife Service e l’organizzazione no-profit WildAid, è una delle strategie che la Casa Bianca sta portando avanti sul canale del servizio pubblico (#StopWildlifeTrafficking), con la speranza che grazie ai volti della serie tv più gettonata del momento (e non solo), qualcosa si muova.
Tra le celebrità che mostreranno quali sono gli effetti del commercio di avorio sugli elefanti africani ci sono oltre a Michael Cudlitz e Danai Gurira di The Walking Dead, anche Jeremy Renner (The Bourne Legacy, The Hurt Locker), Maggie Q (Nikita, Stalker), il premio Oscar Lupita Nyong’o e ancora Keegan Allen (Pretty Little Liars) e Taylor Kitsch (True Detective, Friday Night Lights).
Alcuni dei video sono già stati mandati in onda negli aeroporti di Los Angeles e di Atlanta, due dei luoghi più frequentati al mondo.
“Gli americani si dovrebbero preoccupare di sapere da dove provengono i prodotti che acquistano, una maggiore consapevolezza potrebbe servire a salvare le specie animali”, dicono da WildAid.
Con la campagna, Obama mira a rafforzare il sistema legislativo che punisce il traffico illegale, a ridurre la domanda di animali selvatici e a reprimere il bracconaggio.
Il traffico illegale di animali selvatici è una delle principali cause di perdita di biodiversità nel mondo: ogni anno, centinaia di milioni di specie animali vengono tolte dal loro habitat e vendute nei mercati clandestini.
Tra di loro, ci sono soprattutto gli animali esotici che diventano souvenir da tenere sotto una teca o dentro una gabbia nella propria casa, senza dimenticare coralli, conchiglie, insetti essiccati e ancora gioielli in avorio, pelli, pellicce.
Una lista lunghissima che si annovera sotto il capitolo: traffico illegale di fauna selvatica e che da sempre, si cerca di combattere attraverso controlli serrati da parte del Corpo forestale dello Stato. Si stima che quello del traffico illegale sia il quarto mercato, dopo droga, armi ed esseri umani, con un giro d’affari di 23 miliardi di dollari l’anno, gestito dalla criminalità organizzata internazionale per finanziare movimenti terroristici.
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Spoke for @wildaid today At LAx . Do not buy, trade or give ivory. #stopwildlifetrafficking https://t.co/UwP92kjbRR pic.twitter.com/IVi95SKRz2
— Keegan Allen (@KeeganAllen) 7 settembre 2016
Wildlife traffickers take note: The cast of @TheWalkingDead is watching you. Ck out our new campaign PSA w/ @USFWS! pic.twitter.com/tLa6NrRwC1
— WildAid (@WildAid) 7 settembre 2016
Michael @Cudlitz working #StopWildlifeTrafficking for @WildAid at #ATL pic.twitter.com/9x8khusKtO
— Atlanta Airport (@ATLairport) 7 settembre 2016
In Italia, i maggiori controlli ci sono in Lombardia e in Toscana, nel 2014 il valore complessivo delle specie sequestrate si aggira intorno ai 500 mila euro, in aumento rispetto a quello rilevato nel 2013, pari a circa 450mila euro. Dati che portano il Belpaese ad essere tra i primi posti in Europa per traffico illegale soprattutto di tartarughe e uccelli esotici.
Commercio di avorio
Proprio in questo giorni, dopo intense ore di manovre politiche, disaccordi e scioperi, i delegati dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), durante convegno alle Hawaii hanno approvato un testo che invita i paesi considerare il commercio di avorio come una questione urgente.
La mozione, che ricordiamolo non possiede purtroppo un potere legale, ha come obiettivo quello di vietare la vendita di avorio così da arginare il bracconaggio degli elefanti. Il commercio internazionale di avorio in realtà è bandito dal 1989, ma in molti paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Cina, è ancora consentito nel mercato dell’antiquariato.
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Per adesso sono 217 i paesi dell’IUCN che hanno aderito alla mozione, ma c’è un gruppo di paesi come Giappone, Namibia e Sud Africa che non hanno intenzione di cedere e vorrebbero un mercato regolamentato piuttosto che la chiusura totale.
“Rimaniamo ottimisti perché comunque è la prima volta che un importante organismo internazionale invita tutti i paesi del mondo a chiudere i mercati legali di avorio”, ha detto Andrew Wetzler, vice capo del programma ufficiale presso il Natural Resources Defense Council.
Tra il 2007 e il 2014 un terzo degli elefanti della Savana è stato ucciso per l’avorio venduto a peso d’oro nel mercato nero.
Firma la petizione contro il traffico illegale
Dominella Trunfio