Gli elefanti stanno perdendo le zanne, così il bracconaggio sta condizionando l’evoluzione dei pachidermi

Sono le femmine della specie a pagare il prezzo più caro del bracconaggio per le zanne d'avorio, con una deviazione evolutiva che rischia di sconvolgere l'intero ecosistema

Sono le femmine della specie a pagare il prezzo più caro del bracconaggio per le zanne d’avorio, con una deviazione evolutiva che rischia di sconvolgere l’intero ecosistema

I ricercatori della Princeton University lanciano u preoccupante all’arme: le elefantesse che vivono all’interno del Parco Nazionale di Gorongosa, in Mozambico, hanno perso le loro caratteristiche zanne nel giro di pochi decenni. In soli trent’anni, fra il 1977 e il 2004, il numero degli esemplari di elefante femmina prive di zanne è bassato dal 18.5% al 33% del totale. Una questione evolutiva, certamente, ma dettata dall’agire umano.

Nel 1977, infatti, il paese è entrato in una sanguinosa guerra civile durata 15 anni, ed entrambi gli schieramenti hanno cacciato gli elefanti per venderne le preziose zanne e ricavare così il denaro necessario a finanziare gli sforzi bellici. Alla fine del conflitto, la popolazione degli elefanti nell’area protetta di Gorongosa è diminuita del 90% e la presenza delle femmine senza zanne si è praticamente triplicata – fino alla situazione odierna, in cui un terzo delle elefantesse nasce già privo di zanne (prima della guerra erano una su cinque). L’assenza delle zanne sembra essere quindi una forma di adattamento all’uomo: visto che i bracconieri hanno come obiettivo gli elefanti dotati di zanne, quelli sprovvisti di quest’appendice hanno molte più probabilità di sopravvivenza. I ricercatori stimano che, fra il 1972 e il 2000, per ogni femmina con le zanne sopravvissuta al bracconaggio, ve ne sono cinque senza zanne.

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Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, perché il tratto evolutivo relativo all’assenza di zanne sia prerogativa delle femmine e non coinvolga anche i maschi. Per trovare una risposta a questo interrogativo, i ricercatori hanno sequenziato i genomi delle elefantesse del parco, sia quelle con le zanne che quelle senza zanne, e hanno individuato un gene dominante che potrebbe essere responsabile per l’assenza dell’appendice: l’AMELX, che si trasmette dalla madre alla prole attraverso il cromosoma X e che è presente anche nel genoma umano. Un difetto di questo gene, nella nostra specie, provoca problemi alla crescita dei denti nelle femmine, e morte nei maschi. I ricercatori hanno ipotizzato che lo stesso accada anche per la specie degli elefanti: se da un lato le femmine si sviluppano senza le zanne, i maschi muoiono.

Potrebbe sembrare una questione di scarsa importanza, l’assenza delle zanne nelle elefantesse, e invece questa tendenza rischia di avere effetti su tutto l’ecosistema africano. Le zanne, infatti, assolvono molte funzioni – servono per scavare fonti sotterranee di acqua, disseppellire minerali, staccare la corteccia dagli alberi: senza le zanne, cambia il comportamento degli animali e, di conseguenza, la loro alimentazione. Inoltre, vi sono altri animali della savana che sono dipendenti dal comportamento degli elefanti e dalle modificazioni che questi apportano all’ecosistema – senza di loro, anche la vita di altre specie subirà delle modifiche.

Questo è un esempio di come l’attività umana stia cambiando la traiettoria evolutiva delle specie sulla terra – spiegano i ricercatori. – Gli esseri umani rappresentano la spinta evolutiva in assoluto più influente nella storia del pianeta, quasi quanto i grandi eventi del passato che hanno provocato le estinzioni di massa.

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Fonte: Science

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