Bovini dopati: maxi sequestro a Cuneo

Doping di bovini, maxi sequestro nel cuneese. Siamo di fonte ad un nuovo caso di frode alimentare, che inoltre un’ulteriore prova del pessimo trattamento riservato ai bovini negli allevamenti. Sono infatti circa 6400 i bovini oggetto di sequestro poiché trattati con sostanze anabolizzanti e, in ogni caso, nocive.

Doping di bovini, maxi sequestro nel cuneese. Siamo di fonte ad un nuovo caso di frode alimentare, che rappresenta inoltre un’ulteriore prova delle pessime condizioni di vita riservate agli animali negli allevamenti. Sono infatti circa 6400 i bovini oggetto di sequestro poiché trattati con sostanze anabolizzanti e, in ogni caso, nocive.

Il sequestro è avvenuto in provincia di Cuneo ed è il risultato di un’operazione della Guardia di Finanza contro le frodi alimentari. Sette persone sono state denunciate per adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari. Gli anabolizzanti, finendo nella catena alimentare, sarebbero risultati nocivi per l’organismo umano.

Tra le persone coinvolte nel caso di doping dei bovini piemontesi si trova anche un veterinario. Si parla non soltanto di reati di contraffazione alimentare, ma anche di corruzione, in merito alla quale sono stati sequestrati 700 mila euro. Si tratta di un vero e proprio allarme per i consumatori di carne, che mette in forte dubbio la qualità dei prodotti che raggiungono i banchi dei negozi di alimentari.

Al momento i misfatti commessi, per quanto riguarda la violazione della normativa in materia di vigilanza sul commercio dei farmaci, hanno portato a sanzioni amministrative per i colpevoli del valore totale di 80 mila euro. Sono inoltre stati contestati al veterinario e a due dei proprietari degli allevamenti i reati di falso ideologico, falso in atto pubblico e distruzione di atti.

I finanzieri, che hanno scoperto l’accaduto, hanno sequestrato, oltre ai bovini, tutti vitelli destinati alla produzione di carne bianca, anche 313 flaconi di medicinali, che contenevano anabolizzanti e steroidi. Tra le colpe più gravi troviamo la decisione di mettere in vendita sostanze alimentari adulterate in grado di nuocere alla salute dei consumatori. In nome del profitto, ormai si sacrificano senza problemi il benessere e la vita di qualsiasi essere vivente.

Marta Albè

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