Ancora spari dei cacciatori contro le persone. Dopo la morte di Nathan Labolani, il 19enne ucciso a fucilate mentre portava a spasso il cane, un'altra pioggia di proiettoli ha raggiunto le squadre di volontari impegnati nelle ricerche di Yushra, la bambina autistica scomparsa nel Bresciano il 19 luglio.
Ancora spari dei cacciatori contro le persone (e non solo). Dopo la morte di Nathan Labolani, il 19enne ucciso a fucilate mentre portava a spasso il cane, un’altra pioggia di proiettili ha raggiunto le squadre di volontari impegnati nelle ricerche di Yushra, la bambina autistica scomparsa nel Bresciano il 19 luglio (leggi qui l’appello di Chi l’ha visto).
A essere oggetto dei colpi, sparati nei boschi tra Serle e Botticino, non solo i volontari attivi nelle ricerche, ma persino i droni dei Vigili del fuoco.
“Dal PCA i vigili del fuoco informano che sono stati uditi degli spari nelle immediate vicinanze ove operavano delle squadre di ricerca. In particolare a San Gallo di Botticino ( loc. Benoi) e Nuvolera (tra monte Sapone e monte Puletto). Ieri si è sparato nella zona di volo di un drone in zona Monte Falena di Botticino. Oggi le ricerche toccano anche i comuni di Botticino (San Gallo, Ruine, Benoi, Dos, San Vito, Calchera, monte Falena) e Nuvolera ( zona delle cave, monte Sapone e monte Puletto ) . Si sono già, nei giorni scorsi, informati i sindaci dei paesi vicini a Serle. Si Richiede per favore, in queste zone, di sospendere la caccia per motivi di sicurezza. Fate girare il messaggio e informate chi caccia in quei luoghi”, scrive il Comune di Serle in un post su Facebook.
I cacciatori, dunque, non hanno rispettato le ordinanze che vietano di sparare nelle aree interessate alle ricerche.
Intanto, purtroppo, della piccola ancora nessuna notizia. Mentre questo ennesimo episodio dimostra l’urgente di vietare la caccia sul nostro territorio, rispettando il volere della maggioranza degli italiani e mettendo fine a tragiche morti e incidenti venatori.
Sull’argomento caccia è intervenuto anche il ministro dell’Ambiene Sergio Costa:
“Voglio lanciare un appello alle Regioni affinché modifichino fin da subito il calendario in corso e blocchino almeno le battute di caccia (quelle ai cinghiali, le più pericolose e a rischio incidenti) la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di più di escursionisti, da chi va a funghi, a castagne o semplicemente vuole godersi la Natura senza correre il rischio di morire. Per adesso, con le competenze date al Ministero dell’Ambiente, è quanto si può fare”, ha scritto il ministro su Facebook.
“Secondo l’ordinamento italiano – ha spiegato Costa – la materia, disciplinata da una normativa quadro di riferimento, la 157/92, è di competenza del Ministero dell’Agricoltura e gestita dalle Regioni. I calendari venatori regionali in vigore sono stati definiti mesi fa. Quello che posso fare, e che sto facendo, è accertarmi che i pareri Ispra, che vengono emessi per la stagione venatoria, siano rispettati. Non è accettabile che le indicazioni della massima Autorità scientifica in materia, a volte, vengano raggirati o disattesi. Quindi agirò con fermezza nell’interesse del nostro patrimonio faunistico e nella piena indipendenza tecnica di Ispra. Il Parlamento potrà fare le dovute valutazioni su ipotesi di riforma della normativa che consentano maggiore sicurezza e una migliore gestione dell’attività venatoria.
Cosa possiamo fare?
Segnalate ai Carabinieri Forestali, alle Polizie Provinciali e a qualsiasi organo di Polizia Giudiziaria eventuali violazioni alle normative. Le giornate destinate all’attività venatoria mettono a serio rischio la vita di chiunque viva o transiti nelle campagne.
Per scoprire come ottenere un’ordinanza di divieto di caccia clicca qui
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