A Belluno vogliono uccidere tutti i cinghiali: troppi danni alle coltivazioni

La Provincia di Belluno mette in campo 1400 controllori con il compito di sterminare i cinghiali di qualunque sesso ed età su tutto il territorio

La Provincia di Belluno ha deciso di eradicare i cinghiali di qualsiasi sesso ed età e mette in campo 1400 controllori, tra cacciatori e proprietari di fondi agricoli, per sterminarli.

La task force ha l’obiettivo di fermare l’invasione dei cinghiali selvatici, colpevoli di danneggiare coltivazioni e pascoli.

Per il 2018, nel bellunese sono stati stimati danni provocati dai cinghiali per più di 164mila euro, 53 richieste di risarcimento e 80mila euro di danni liquidati. Una situazione che si ripete ogni anno e che esaspera gli agricoltori, che vedono le loro coltivazioni andare distrutte.

l cinghiali sono animali onnivori: si nutrono prevalentemente di frutta, radici, tuberi e semi, ma se non trova questi alimenti, si nutre di ciò che trova.
Se le risorse scarseggiano, i cinghiali si muovono verso le coltivazioni in cerca di cereali, legumi e patate e non è raro si spingano anche nei centri urbani.

“Abbiamo il dovere di tutelare le produzioni locali. Gli allevatori e gli agricoltori costituiscono un presidio dei territori montani.
Sui campi ci sono ancora colture di mais e soia che probabilmente sarà impossibile raccogliere e che diventeranno facile pasto di cinghiali e di cervi” dicono da Coldiretti.

Non è si sa quanti cinghiali siano presente nel territorio bellunese, ma è noto che in tutto il territorio nazionale questi animali sono in costante aumento.

Questo succede soprattutto perché esistono pochi esemplari di lupo, principale predatore del cinghiale, altro animale preso di mira poiché colpevole dell’uccisione del bestiame allevato.

Inoltre, l’uomo ha introdotto in natura numerosi esemplari a scopo venatorio, cioè cinghiali allevati e immessi sul territorio per essere poi cacciati.

Il numero dei cinghiali è aumentato e ora questi animali rappresentano un problema, per colpa dell’uomo. La risposta dell’uomo è quella di uccidere questi animali e palazzo Piloni dà il via libera alla caccia per risolvere la questione una volta per tutte.

“È impossibile fare una stima della popolazione di cinghiali presente nel territorio bellunese.
Oltre a procedere con l’abbattimento controllato 365 giorni l’anno e 24 ore su 24, abbiamo abilitato in questi ultimi anni 1405 controllori (cacciatori o proprietari di fondi) per aiutarci ad eliminare il cinghiale, un’operazione divenuta necessaria nel nostro territorio” ha spiegato Franco De Bon, sindaco di San Vito e consigliere provinciale con delega alla caccia e pesca.

“In altre zone d’Italia si stanno cercando gli strumenti per contrastare i danni provocati dalla fauna selvatica. A Belluno siamo un passo avanti. E potremmo spendere la nostra realtà come esempio di buone pratiche esportabili anche altrove”, ha concluso De Bon.

Non è chiaro quale sia il “passo avanti” e quali sarebbero le “buone pratiche” da esportare.

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