Sperimentazione animale: il Canada blocca i test dei pesticidi sui Beagle

Il Canada ha deciso di compiere un passo avanti per smettere di testare i pesticidi sui beagle, che da anni vengono sottoposti a crudeli esperimenti di laboratorio. Tutto merito dell’impegno degli attivisti per i diritti degli animali che hanno spinto Health Canada a dire stop alle sperimentazioni sui beagle almeno per quanto riguarda alcuni test di lunga durata relativi ai pesticidi.

Il Canada ha deciso di compiere un passo avanti per smettere di testare i pesticidi sui beagle, che da anni vengono sottoposti a crudeli esperimenti di laboratorio. Tutto merito dell’impegno degli attivisti per i diritti degli animali che hanno spinto Health Canada a dire stop alle sperimentazioni sui beagle almeno per quanto riguarda alcuni test di lunga durata relativi ai pesticidi.

La decisione potrebbe salvare le vite di centinaia di beagle, secondo gli attivisti canadesi per i diritti degli animali che hanno lottato a lungo verso questa importante vittoria. Già per le prossime settimane Health Canada sta pianificando di porre fine all’obbligo di condurre sui cani dei test di sicurezza per i pesticidi della durata di un anno.

Al momento l’agenzia Health Canada richiede ai produttori di pesticidi di condurre dei test di tossicità quando si tratta di prodotti che verranno utilizzati sulle coltivazioni alimentari. I cani utilizzati nelle sperimentazioni di solito sono dei beagle a cui vengono somministrati dei pesticidi e che in seguito purtroppo vengono uccisi.

Health Canada finalmente si è resa conto che i test sugli animali per provare la sicurezza dei pesticidi non sono necessari e vuole eliminarli. Gli Stati Uniti hanno detto stop allo stesso tipo di test nel 2007.

La PETA si sta impegnando dal 2011 per convincere Health Canada a dire stop ai test sugli animali ed ora dovrebbero arrivare i primi risultati. La Humane Society International di Toronto ha specificato che di solito nelle sperimentazioni si utilizzano i beagle perché sono dei cani molto docili. I beagle vengono allevati appositamente per la sperimentazione animale e sono sottoposti a test crudeli e letali a partire dai 6 mesi di vita. Per un anno i beagle vivono chiusi in gabbia. Nel corso di questo periodo ai cani vengono somministrati pesticidi in dosi diverse, attraverso il cibo o per inalazione.

Quando l’esperimento si conclude, i cani vengono uccisi ed esaminati alla ricerca degli effetti nocivi dei pesticidi su fegato, reni e altre parti del corpo. Dalla PETA Patricia Bishop ha specificato che per ogni test vengono utilizzati fino a 64 beagle. Da sempre la PETA pensa che tali test non siano necessari. Gli effetti nocivi dei pesticidi sui cani si notano già nei primi 90 giorni e non è necessario che i test durino un anno. Health Canada potrebbe ancora richiedere in alcuni casi dei test per i pesticidi della durata di 90 giorni ma pare che le sperimentazioni della durata di un anno verranno realmente eliminate.

Purtroppo però il dramma per i beagle non è finito. L’eliminazione dei test della durata di un anno è un passo avanti ma non mette ancora del tutto in salvo i cani. Inoltre, alcune aziende potrebbero richiedere l’esecuzione di test sugli animali al di fuori dal Canada, ad esempio in Corea del Sud. Secondo le previsioni della PETA, in ogni caso il test sui cani della durata di un anno per la valutazione della sicurezza dei pesticidi verrà del tutto eliminato entro i prossimi due anni. Nel frattempo gli attivisti non smetteranno mai di lottare per la salvaguardia dei diritti degli animali.

Che cosa comprendiamo da una simile vicenda? Ora abbiamo la conferma che dire stop ai pesticidi significa anche salvaguardare gli animali dai crudeli e inutili test effettuati per andare alla ricerca degli effetti nocivi sulla salute di questi prodotti.

Nel mondo esistono ancora tante ‘Green Hill’ dove centinaia di beagle soffrono e muoiono a causa della corsa al profitto delle case farmaceutiche e delle aziende produttrici di pesticidi. Per quanto riguarda l’Italia, grazie alla recente condanna in Corte d’Appello, possiamo stare certi che Green Hill rimarrà per sempre chiusa, ma non dobbiamo dimenticare il dramma ancora presente nel resto del mondo.

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