Loro sono M62 e F43 i due orsi ricercati dalla Provincia di Trento. Si tratta di un maschio e una femmina che, come M57, hanno imparato ad alimentarsi dai cassonetti dei rifiuti: un comportamento considerato problematico e per il quale le linee guida provinciali, da poco approvate, prevedono la loro uccisione.
Già poco più di un anno fa l’orsa JJ4 venne condannata a morte dalla provincia di Trento per avere aggredito due cacciatori che, usciti dal sentiero, l’avevano sorpresa in compagnia dei suoi cuccioli. Ma grazie all’intervento della LAV, quell’orsa fu salvata e ora continua a vivere libera senza avere più dato notizia di sé, confermando che quanto accaduto a giugno 2020 è stato solo un incidente dovuto a fattori esterni e non alla sua indole.
Ora, la stessa LAV rivela di essere in possesso di documenti ufficiali che confermano l’intenzione della provincia di Trento di aprire una nuova estate di fuoco contro due orsi che vivono in quel territorio.
Con l’approvazione delle nuove linee guida per la gestione degli orsi, la Provincia di Trento ha deciso che i naturali comportamenti degli orsi, come la ricerca del cibo, d’ora in poi comporteranno la loro cattura e l’applicazione di un radiocollare. Dal momento in cui un orso è identificato nei suoi comportamenti “problematici” (avvicinamento a cassonetti, aree abitate, strutture antropiche), anche in assenza di episodi di aggressione o minaccia all’uomo, la provincia può mettere in campo due tentativi di “dissuasione”, con pallottole di gomma o con l’intervento di cani da orso; esperiti questi tentativi, entro un anno dal primo episodio critico registrato, la Provincia potrà procedere con l’uccisione.
M62 e F43 sono stati sorpresi in più occasioni mentre si alimentavano presso i cassonetti dei rifiuti dell’umido, un comportamento considerato pericoloso perché abitua gli orsi alla vicinanza dell’uomo e alla percezione dei centri abitati come fonti inesauribili di cibo.
La mancata messa in sicurezza dei cassonetti dei rifiuti da parte della Provincia, che in più di 20 anni non è riuscita a completarne la sostituzione con quelli provvisti di dispositivo anti-orso – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – è di fatto la causa della spregiudicatezza degli orsi che in quei cassonetti identificano una mensa a disposizione, al punto da riuscire a superare la loro innata paura nei confronti dell’uomo.
Il ritardo della Provincia nella sostituzione dei cassonetti, è la prima, vera, causa dell’avvicinamento degli orsi alle aree urbane; non si vede quindi per quale motivo gli animali debbano essere perseguitati fino alla morte per le inadempienze dell’Amministrazione provinciale.
È risaputo in tutto il mondo scientifico che il controllo delle fonti di alimentazione è il primo compito delle amministrazioni per garantire la sicurezza dei cittadini, evitando allo stesso tempo che gli orsi modifichino i loro comportamenti.
La Lav chiede da sempre che la Provincia di Trento provveda alla sostituzione dei cassonetti con quelli dotati di strutture anti orso, ma solo negli ultimi mesi, a ben ventuno anni dall’avvio del progetto di reintroduzione degli orsi, abbiamo notizia delle prime sostituzioni, quando oramai M62 e F43 erano già stati sorpresi ad alimentarsi in quelli senza protezione.
È inaccettabile che i due orsi siano condannati a morte per delle responsabilità che sono chiaramente in capo alla Provincia: per questo motivo la LAV ha inviato una diffida al Presidente Fugatti, perché rinunci subito ad ogni ipotesi di uccisione lasciando i due orsi liberi di vivere la loro vita.
Chiediamo al Ministro Cingolani un suo autorevole intervento in difesa della vita ai due orsi: il collega che l’ha preceduto ha sempre avuto una chiara posizione pro-orsi, lei sig. Ministro, con chi sta?, conclude la LAV
Per salvare la vita agli orsi M62 e F43, LAV lancia una grande mobilitazione, invitando tutti ad unirsi all’appello: #BASTAORSIUCCISI.
Aiutaci a salvare gli orsi postando sui tuoi canali social una foto con l’hashtag #BASTAORSIUCCISI.
Fonte: LAV
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