Le nuove banconote da 5 sterline contengono grassi animali, sotto forma di sego.
Le nuove banconote da 5 sterline contengono grassi animali, sotto forma di sego.
Il sego è frequentemente indicato in etichetta sotto i nomi di acido stearico, acido laurico, acido miristico, acido oleico, acido palmitico e tallwate.
Si tratta di un grasso ricavato da bovini, equini o ovini, usato principalmente nella produzione di saponi, candele e lubrificante. E, a quanto pare, ora anche come materiale per le nuove banconote di plastica, entrate in circolazione nel Regno Unito il 23 settembre scorso, con l’effige della Regina sulla facciata principale e quella di Sir Winston Churchill sul retro.
Così, Otremanica. è scoppiata la polemica contro la Banca di Inghilterra, con la richiesta pressante di cambiare il processo di produzione.
“Questo e inaccettabile per Milioni di vegani, vegetariani, indù, sikh e giainisti (per i Quali i Bovini Sono animali sacri NDR) del Regno unito. Esigiamo Che si smetta di usare prodotti di origine animale per la Produzione Di Una Moneta Che dobbiamo utilizzare “, si legge Silla Petizione Che ha Raccolto Già Firme 100mila quasi.
La Banca d’Inghilterra, dal canto suo, ha rifiutato di commentare la petizione. Un portavoce ha confermato, però, che il problema sta nel polimero delle nuove banconote: contiene effettivamente sego.
La banca acquista pellet polimerici da una società esterna, l’australiana Innovia Security, con il marchio @Guardian, che fornisce il substrato non solo delle sterline, ma delle banconote di ben 24 paesi (tra cui Canada, Australia e Messico).
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Il problema è venuto alla luce quando la Banca ha riposto ufficialmente a una domanda su Twitter, confermando che i pellet polimerici contengono tracce di sego:
@SteffiRox C’è una traccia di sego in pellet polimerici utilizzati nel substrato di base del polimero £ 5 note
– Bank of England (@bankofengland) 28 novembre 2016
Le banconote di plastica sarebbero più sicure, perché difficili da contraffare, e risulterebbero anche più resistenti a sporco e umidita. Ma di certo non fanno bene né all’ambiente, né agli animali.
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Roberta Ragni