La balenottera trovata morta a Sorrento forse è stata uccisa da un virus

Balenottera di Sorrento: l’animale potrebbe essere stato ucciso da un virus, il cosiddetto “morbillo delle balene”.

Si conferma essere la più grande balenottera comune spiaggiata mai registrata nel Mar Mediterraneo”, eppure attorno al suo decesso ora è necessario fare chiarezza: cosa avrà ucciso la magnifica balenottera di circa 20 metri rinvenuta morta nei giorni scorsi nel porto di Sorrento?

Arrivata al porto di Napoli, nei cantieri Megaride, sono in corso ora degli esami da parte del team guidato da Sandro Mazzariol, professore all’Università degli studi di Padova e responsabile dell’unità d’intervento del Cetaceans strandings Emergency Response Team (Cert).

A una prima ispezione il mammifero deceduto sembra compatibile con l’esemplare ripreso nel video diventato virale sul web nel porto di Sorrento in cui si vede una balenottera dimenarsi e sbattere violentemente il capo contro la banchina. E oggi una prima ipotesi sulla sua morte sembra già chiara: l’animale potrebbe essere stato ucciso da un virus, il cosiddetto “morbillo delle balene”.

Sono stati giorni molto complicati. La morte della balenottera ha colpito tutta la comunità. Il peso e le dimensioni dell’esemplare hanno creato non pochi problemi logistici e organizzativi. Ma noi abbiamo insistito e voluto a tutti i costi che fosse effettuata la necroscopia e dopo ci auguriamo la musealizzazione”, commenta Lucio Cacace, Presidente dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.

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Se le dimensioni stimate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, 23,50 metri circa, dovessero venire confermate, ci troveremmo di fronte alla più grande balenottera comune mai registrata lungo le coste del Mar Mediterraneo. Un esemplare da record.

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Nei nostri mari – concludono i ricercatori di Tethys – convivono due popolazioni, una propriamente mediterranea, e una di balenottere comuni provenienti periodicamente dall’Atlantico che generalmente non si spingono oltre le Baleari. Le analisi genetiche potranno confermare la provenienza dello sfortunato animale”.

Fonte: ANSA / CERT

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