La carcassa di una giovane balenottera in avanzato stato di decomposizione è stata rinvenuta sulla spiaggia dell'Oasi WWF “Le Cesine”
La carcassa di una giovane balenottera comune in avanzato stato di decomposizione è stata rinvenuta stamane sulla spiaggia antistante la Riserva Naturale e Oasi WWF “Le Cesine”.
Sul posto sono intervenuti polizia municipale del Comune di Vernole, la Capitaneria di Porto di San Cataldo, i carabinieri della Forestale, l’Asl di Lecce e gli operatori dell’Oasi WWF Le Cesine. Il recupero è stato realizzato da ditta incaricata dal Comune di Vernole (LE). I resti ossei ora verranno inviati all’istituto zooprofilattico per le analisi di rito volte a determinare le cause di morte e l’eventuale presenza di patogeni.
“Ovviamente non conosciamo le cause di morte, ma nel Mediterraneo vi sono ancora troppe minacce per i cetacei – sottolinea il WWF – Il traffico navale rappresenta un rischio per le collisioni, che possono lasciare questi grandi cetacei gravemente feriti o menomati. Il 6% degli esemplari fotoidentificati in mare e circa il 20% di quelli spiaggiati presentano tracce di collisione. Poi la plastica: nel nostro mare, ogni anno finiscono 570.000 tonnellate di plastica, infine l’inquinamento acustico e chimico”.
La balenottera è soggetta all’inquinamento da plastica, sia di micro che di macro-plastiche, che viene ingerita insieme al krill. Accumulandosi nell’apparto digerente, i rifiuti plastici impediscono l’assorbimento di nutrienti e possono quindi potenzialmente essere causa di deperimento degli individui. L’inquinamento chimico, poi, può provocare intossicazioni e irritazioni croniche dei tessuti sensibili, oppure accumularsi nei tessuti delle specie con conseguenze fisiologiche importanti.
Infine, l’inquinamento acustico provocato dall’intenso traffico navale, sommato a quello proveniente da altre sorgenti rumorose come sonar e prospezioni, può impedire la comunicazione a lunga distanza tra gli individui, ostacolandone così le attività sociali.