Le balene franche dell’Oceano Atlantico sono allo stremo e rischiano di sparire per sempre

Il riscaldamento delle acque oceaniche, la carenza di cibo e gli incidenti sempre più frequenti con le imbarcazioni stanno dando il colpo di grazia alle balene franche dell’Oceano Atlantico. Ormai si contano poco più di 300 esemplari 

Le balene franche delle aree settentrionali dell’Oceano Atlantico sono ormai allo stremo. Questi straordinari giganti marini stanno facendo i conti con la più grande minaccia di sempre: la crisi climatica, che ha alterato il loro habitat, portando ad una mortalità sempre più elevata negli ultimi anni e a un brusco calo delle nascite.

Le principali minacce di questi giganti del mare

A lanciare l’allarme è una nuova ricerca appena pubblicata sulla rivista Oceanography, condotta da un team internazionale di biologi marini che si sono focalizzati sulla popolazione di balene franche (il cui nome scientifico è Eubalena glacialis) che vivono nelle acque del Nord Atlantico, in particolare nei pressi del Golfo di Maine, una delle aree dell’oceano che si sono riscaldate più rapidamente nell’ultimo decennio.

E l’aumento delle temperature dell’Atlantico ha avuto effetti deleteri su questi affascinanti cetacei che da adulti possono raggiungere anche le 6o tonnellate di peso. A partire dal 2015, un numero crescente di balene franche si è spostato in cerca di cibo sempre più a Nord il Golfo di San Lorenzo; inoltre, i biologi marini hanno notato un tasso di mortalità spaventosamente alto dal 2017 in poi, senza precedenti.

Nel 2017 e nel 2019 si sono verificati due picchi nel numero annuale di carcasse di balene franche ritrovate – si legge nello studio – Nel 2017 sono state rinvenute 17 carcasse, mentre nel 2010 altre 19 nel Golfo di San Lorenzo, dove le balene si erano spostate tra la fine della primavera e l’estate.

balene franche morte

@Oceanography

La popolazione di balene franche ha anche mostrato una riduzione del tasso di natalità, già dal 2010.

Delle femmine adulte disponibili per la riproduzione, la percentuale che ha partorito è stata in media di appena il 15% ogni anno durante il decennio 2010-2019, rispetto al 47% durante il decennio precedente” spiegano i ricercatori.

E a minacciare ulteriormente questi mammiferi marini sono anche i frequenti incidenti con le navi e la caccia clandestina.

Leggi anche: La balena franca nordatlantica abitava anche nel Mediterraneo (e gli antichi romani la cacciavano)

Una specie a rischio estinzione da tutelare

Un altro studio, apparso qualche mese fa su Current Biology, ci aveva messo in guardia anche su un altro triste aspetto che riguarda le dimensioni questi straordinari cetacei. I biologi marini hanno scoperto che gli esemplari sono ormai di circa un metro più piccoli rispetto ai loro antenati. E ciò avvenendo a causa della pesca selvaggia, delle collisioni con le imbarcazioni e della crisi climatica  che sta spostando sempre più a nord le riserve di cibo, sempre più carenti, di cui questi animali.

Così questo mix di fattori ha portato ad una riduzione di circa il 26% degli esemplari. Secondo le stime degli esperti, sarebbero in totale soltanto 360 le balene rimaste nell’Oceano Atlantico. Un numero spaventosamente basso, che lo scorso anno ha portato l’IUCN (International Union for the Conservation of Nature) a classificare la specie tra quelle a rischio estinzione. E, senza piani di conservazione e tutela efficaci, questi giganti degli abissi rischiano di sparire per sempre dagli oceani.

Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube

Fonte: Oceanography 

Ti consigliamo anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram