Trentacinque delfini sono stati massacrati nella baia di Taiji. I cacciatori nipponici non hanno risparmiato nessuno: né cuccioli, nè femmine incinte
Legati per le pinne e poi uccisi tutti: delfini femmine, incinte, maschi e perfino cuccioli. L’ennesima strage si consuma nella baia della morte di Taiji, nella prefettura giapponese di Wakayama dove 35 esemplari di peponocefalo, cetacei della famiglia Delphinidae sono stati uccisi dai cacciatori giapponesi.
“I cacciatori hanno trovato questo branco a largo, ma l’hanno portato rapidamente nella baia. Una volta intrappolati, i delfini, spaventati, si sono rannicchiati gli uni contro l’altro per consolarsi e rassicurarsi. Ma i cacciatori hanno portato tutti i membri di questo gruppo sotto i teloni, ed è stato un massacro”, scrive sui social il Ric O’barry’s Dolphin Project che da anni si batte contro queste strage inutili.
https://www.facebook.com/cest.assez.collectif/posts/2752863374826698
Anche nei giorni scorsi, come testimoniano le immagini sui social, c’erano stati altri massacri di delfini, una mattanza ben rapportata nel film-documentario The Cove, Premio Oscar 2010 che per la prima volta ha denunciato sul grande schermo, questa caccia redditizia da parte dei giapponesi.
Taiji: An entire pod of about 35 melon headed whales has just been eradicated. The hunting boats found this pod quite…
Posted by Dolphin Project on Monday, February 10, 2020
Taiji: An entire pod of about 35 melon headed whales has just been eradicated. The hunting boats found this pod quite…
Posted by Dolphin Project on Monday, February 10, 2020
“Per questi animali sensibili, intelligenti, consapevoli di se stessi e intensamente sociali, il livello di sofferenza durante l’intero processo, dalla caccia alla macellazione, è inimmaginabile. Oggi nessuna vita è stata risparmiata, e questo è il prezzo della prigionia. I delfini vengono venduti o uccisi e per questo che queste cacce rimangono redditizie, ed è ciò che sostiene finanziariamente questi massacri. Non siate complici”, scrive ancora l’organizzazione.
Taiji's dolphin hunts are financially driven by the demand for captive dolphins. Yesterday, 4 wild bottlenose dolphins were brutally taken from their family group, to be trained to be performers in dolphin shows, swim-with programs and other captive encounters. Please share this footage with your friends and followers and urge them to pledge NOT to see dolphins in captivity: dolphin.fyi/DolphinPledge#DolphinProject #ThanksButNoTanks
Posted by Dolphin Project on Wednesday, February 12, 2020
Non è la prima volta che parliamo della caccia dei delfini che avviene annualmente e inizia a settembre. La maggior parte degli esemplari viene macellata in loco per utilizzare la carne a scopo alimentare, altri invece prelevati e venduti ad acquari e parchi marini. La caccia dura sei mesi, durante i quali è possibile uccidere e catturare fino a 1700 esemplari.
Taiji: An entire pod of about 35 melon headed whales has just been eradicated. The hunting boats found this pod quite…
Posted by Dolphin Project on Monday, February 10, 2020
Taiji: An entire pod of about 35 melon headed whales has just been eradicated. The hunting boats found this pod quite…
Posted by Dolphin Project on Monday, February 10, 2020
La baia di Taiji è ormai diventata la baia della morte perché le sue acque si tingono di rosso sempre più spesso: le imbarcazioni dei pescatori costringono i delfini in una strettoia che poi chiudono con alcune reti. Qui le acque sono poco profonde e purtroppo fanno presto a tingersi appunto di rosso. E ciò che ne consegue è davvero straziante.
Fonti: Ric O’Barry’s Dolphin Project
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