Uno dei sequestri di avorio più grandi degli ultimi 30 anni. Il triste primato spetta a Hong Kong,la cosiddetta "isola dell'avorio" dove 1000 elefanti sono stati uccisi per quel carico di zanne, pari a 7,2 tonnellate, da trasformare in soprammobili e monili. Ma presto tutto ciò potrebbe essere solo un ricordo
Uno dei sequestri di avorio più grandi degli ultimi 30 anni. Il triste primato spetta a Hong Kong, la cosiddetta “isola dell’avorio” dove 1000 elefanti sono stati uccisi per quel carico di zanne, pari a 7,2 tonnellate, da trasformare in soprammobili e monili. Ma presto tutto ciò potrebbe essere solo un ricordo.
Hong Kong è un mercato in continua crescita di corpi degli elefanti fatti a pezzi. Purtroppo si tratta di una pratica che finché sarà considerata legale, sarà impossibile da fermare a livello globale.
Ci sono due notizie, una buona e una cattiva. Cominciamo da quella positiva: il governo locale ha annunciato di voler vietare il commercio dell’avorio ed è a un passo dal farlo. La cattiva è che le lobby locali stanno facendo di tutto per ostacolare le intenzioni del governo.
Il 31 dicembre scoso la Cina ha deciso di mettere al bando il commercio di avorio. Dopo anni di pressioni e di rinvii, ha mantenuto la sua promessa e ne ha chiuso definititamente il mercato legale. Cosa che non è accaduta a Hong Kong visto che si tratta di una Regione amministrativa speciale, dotata di un sistema politico e giuridico diverso dalla Cina continentale.
Il divieto di commercio di avorio in Cina è stato salutato come “una pietra miliare nella conservazione della natura in tutto il mondo”, dal WWF, da TRAFFIC e dalla China Wildlife Conservation Association. Ma adesso tocca anche a Hong Kong dove viene venduto avorio più che in ogni altra città del mondo.
Domani il governo voterà per mettere al bando il commercio di avorio. Per essere efficace, il divieto deve essere globale e finché sarà legale a Hong Kong, ai commercianti cinesi basterà farsi recarsi lì per comprarlo.
Fino a pochi decenni fa c’erano 25 milioni di elefanti in Africa. Oggi ne rimangono 400mila, e ogni 15 minuti ne viene ucciso uno. Eppure è possibile mettere fine a questo massacro. A sostenerlo è anche Aavaz con una campagna mondiale che ha già raccolto oltre un milione di firme.
“Se non continuiamo a fare di tutto per salvare gli elefanti, potremmo diventare l’ultima generazione ad averli conosciuti. Dipende da noi non far sparire queste magnifiche creature. Lanciamo ora un’enorme campagna per salvare gli elefanti, poi inonderemo Hong Kong, i suoi media e i suoi politici con il nostro appello. Aggiungi il tuo nome e condividi ovunque — facciamo chiudere l”Isola dell’Avorio’!”.
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Con la petizione possiamo chiedere al Consiglio Legislativo di Hong Kong di vietare immediatamente la vendita, l’importazione e l’esportazione di avorio lavorato e grezzo.
Per aderire all’appello clicca qui
AGGIORNAMENTO DEL 1° FEBBRAIO 2018
Vittoria! I legislatori di Hong Kong ieri hanno votato a favore della legge che vieterà le vendite di avorio nel più grande mercato del mondo, una mossa che ridurrà drasticamente il massacro degli elefanti a livello globale.
Il voto nell’ex colonia britannica, dove l’avorio è stato venduto per oltre 150 anni, è arrivato un mese dopo che la Cina, il maggiore importatore e utilizzatore di zanne di elefante al mondo, ne ha vietato la vendita. Hong Kong aderisce alla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche a rischio estinzione (CITES), che ha iniziato a regolamentare il commercio internazionale dell’avorio negli anni ’70 e lo ha vietato dal 1990. Tuttavia, solo l’avorio cacciato prima del 1990 poteva essere venduto se accompagnato da un certificato pre-convenzione, eppure la commercializzazione dell’avorio “pre-convenzione” è stato fiorente in Cina e Hong Kong dal 1975. Ciò ha permesso inoltre ai commercianti di riciclare prodotti illegali.
Adesso, quando la nuova legge sarà emanata nel corso dei prossimi mesi, saranno vietate le importazioni pre-convenzione e le riesportazioni da e verso Hong Kong. Il commercio sarà gradualmente eliminato nei prossimi tre anni e mezzo con la scadenza delle licenze di possesso dell’avorio.
Francesca Mancuso