Cuccioli strappati alla nascita alle mamme e sostituiti con dei peluche, l’esperimento shock sull’attaccamento materno dei macachi

Un esperimento volto a indagare l'attaccamento materno tra i primati ha sollevato le polemiche nel mondo accademico per via del suo svolgimento non etico e non utile ad ampliare le conoscenze scientifiche in materia. Più di 250 ricercatori ed esperti hanno firmato una lettera alla rivista scientifica affinché lo studio venisse rimosso

Cuccioli portati via dalle loro mamme poco dopo il parto, rinchiusi in stanze isolate senza alcun contatto con il mondo esterno e peluche dati come surrogato ai macachi. Questo l’esperimento condotto nei laboratori della prestigiosa Harvard University per studiare l’attaccamento materno nei primati, oggetto di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

A eseguirlo Margaret Livingstone, una nota neuroscienziata a favore della sperimentazione animale che nei suoi anni di carriera si è macchiata di orrori abominevoli in ricerche altrettanto cruente.

Una sofferenza psicologica atroce volta a indagare i fattori scatenanti dell’amore materno, i danni sul cervello e sullo sviluppo visivo nei piccoli che crescono lontano dalle proprie madri, costretti in questo caso, nonché l’attaccamento delle madri ad oggetti inanimati se morbidi.

Nei test di laboratorio i primati sono stati anestetizzati più volte per le urla di dolore e il fortissimo stress nel venir allontanati dai loro cuccioli.

Lo studio, che si intitola per l’appunto Triggers for mother love – elementi che innescano l’amore materno, è stato criticato duramente non solo dalle associazioni per i diritti degli animali, tra cui la PETA, ma da una numerosissima schiera di accademici.

Oltre 250 ricercatori, primatologi e professori hanno firmato una lettera di ritrattazione rivolta al Proceedings of the National Academy of Sciences, chiedendo che lo studio venga ritirato dalla rivista “a causa delle pratiche non etiche e degli standard di ricerca che promuove e della sua incapacità di far progredire la conoscenza scientifica”.

Uno studio di questo tipo non arricchisce in alcun modo le conoscenze sul mondo dei primati. Come anche la PETA ribadisce, le informazioni descritte dalla dottoressa Margaret Livingstone sul comportamento dei primati non sono nuove, ma vengono presentate come se lo fossero.

In risposta alla lettera e alle preoccupazioni del mondo della scienza, la Harvard Medical School ha preso parola, affermando che tutte le ricerche eseguite sugli animali seguono i rigidi standard sulla cura e l’uso di questi nei laboratori per ridurre al minimo le loro sofferenze.

Nel caso dell’ultimo studio le “osservazioni della dottoressa Livingstone sull’attaccamento materno possono aiutare gli scienziati a comprendere il legame materno negli esseri umani e può fornire informazioni confortanti per aiutare le donne a far fronte alla perdita subito dopo aver subito un aborto spontaneo o aver avuto un parto di un feto morto” scrive l’università.

Ciò non può giustificare una crudeltà di questo genere e gli esperti cofirmatari della lettera lo ribadiscono. Tra le firme c’è anche quella della primatologa britannica Catherine Hobaiter, vicepresidente per la divulgazione scientifica della International Primatological Society.

Come scienziati, dovremmo attenerci a standard più elevati, ha dichiarato Hobaiter.

Fonte: Proceedings of the National Academy of Sciences 

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