Alla fine non siamo riusciti a salvare il povero Arturo. Dopo una vita di agonia in una piccola gabbia dello zoo di Mendoza in Argentina, l’orso polare “più triste del mondo” è morto a 31 anni.
Alla fine non siamo riusciti a salvare il povero Arturo. Dopo una vita di agonia in una piccola gabbia dello zoo di Mendoza in Argentina, l’orso polare “più triste del mondo” è morto a 31 anni.
Vi avevamo già parlato di Arturo e delle pessime condizioni in cui era costretto a vivere: dopo la morte della compagna Pelusa nel 2012 era rimasto da solo, in un recinto di cemento con una piccola piscina di appena 50 cm e con temperature che arrivavano a 40 gradi.
Noi come tantissime associazioni e cittadini avevamo denunciato questa situazione deplorevole, era stata lanciata online anche una petizione per cambiare la vita del povero Arturo che amaramente era stato ribattezzato come “l’orso più triste del mondo”.
Da oltre 20 anni era rinchiuso in cattività lontano dal suo habitat e dal clima adatto alla sua natura, dietro le sbarre per il solo divertimento dell’uomo. Una vita solitaria, monotona senza il suo Polo Nord. A poco sono servite le mobilitazioni degli attivisti e le pressioni sul governo argentino, il direttore dello zoo ha sempre avuto la meglio.
Ora Arturo non c’è più, speriamo che adesso sia accanto alla sua Pelusa e che insieme possano vivere il sogno di libertà che durante la loro vita gli è stato negato. A volte l’egoismo umano supera ogni limite, la nostra speranza è che quella gabbia in futuro rimanga vuota e che storie tristi come quelle di Arturo non ci siano mai più. Addio Arturo e scusaci se puoi.