Un nuovo grave atto di bracconaggio ai danni degli uccelli. Un'aquila di Bonelli, specie rara e minacciata, è stata uccisa a fucilate in provincia di Trapani. Si chiamava Pumba ed era una sorvegliata speciale. Purtroppo questo non è bastato a metterla al riparo dai criminali
Un nuovo grave atto di bracconaggio ai danni degli uccelli. Un’aquila di Bonelli, specie rara e minacciata, è stata uccisa a fucilate in provincia di Trapani. Si chiamava Pumba ed era una sorvegliata speciale. Purtroppo questo non è bastato a metterla al riparo dai criminali.
Nata la scorsa primavera e sorvegliata da maggio dalla squadra del progetto LIFE ConRaSi attraverso un trasmettitore satellitare indossato sul dorso, l’aquila è stata trovata morta mercoledì 26 settembre nei pressi del Lago Rubino, nel Comune di Fulgatore, nel trapanese.
Recuperata da Luigi Barraco e da Anna Giordano, ornitologa e direttore dell’Oasi WWF Saline di Trapani e Paceco, l’aquila è stata consegnata al personale dell’ispettorato Ripartimentale delle Foreste del capoluogo per poi essere trasferita all’istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia. Dagli accertamenti effettuati, è stato scoperto che a provocarne la morte sono stati non uno ma 7 pallini di piombo, che hanno colpito la zona toracica dell’animale.
Il gravissimo atto di bracconaggio risale a lunedì 24, in un periodo in cui la caccia è chiusa.
“Non c’è dubbio che si tratti di un atto doloso, stante anche il fatto che il rapace è facilmente riconoscibile” dice il WWF Sicilia.
Dopo aver preso il volo dal nido i primi giorni di giugno e dopo due mesi trascorsi nel territorio dei genitori, la giovane aquila ha iniziato la sua vera e propria dispersione nella prima settimana di agosto spostandosi prima verso nord ovest e poi verso sud, lungo tutta la provincia di Trapani. L’aquilotto volava anche per un centinaio di chilometri al giorno, alla ricerca di zone ricche di prede ma ultimamente si era stabilita intorno a un invaso.
Negli ultimi giorni, il trasmettitore satellitare aveva segnalato che l’animale era rimasto a lungo immobile. Ciò ha allarmato il WWF, facendo partire le operazioni di ricerca nella zona segnalata dal GPS. Lì la macabra scoperta. La giovane aquila era morta da qualche giorno.
L’Aquila fasciata, nome scientifico dell’aquila di Bonelli, è una protetta dalla Direttiva 2009/147/CE dell’Unione europea come specie di interesse comunitario. In Italia la specie nidifica solo in Sicilia ed è inserita nella Lista Rossa delle Specie Italiane nella categoria “in pericolo critico”.
“Dopo l’uccisione di Clara, l’esemplare di capovaccaio rinvenuto lo scorso 3 settembre non lontano da Mazara del Vallo, sempre in provincia di Trapani, questo ennesimo gravissimo conferma che la situazione del bracconaggio in Sicilia occidentale è, ormai fuori controllo” si legge sul sito del WWF.
La morte di Pumba arriva a pochi giorni dall’uccisione di Clara, l’esemplare di capovaccaio rinvenuto lo scorso 3 settembre non lontano da Mazara del Vallo, sempre in provincia di Trapani. I due volatili erano al centro di importanti progetti di conservazione, finanziati dall’Unione Europea, per cercare di assicurare un futuro diverso altrimenti segnato.
“Il WWF ribadisce la richiesta di una task force anti bracconaggio in Sicilia. Il ripetersi di questi gravissimi crimini di natura solo danneggiano gravemente il patrimonio naturalistico nazionale ed europeo ma causano anche un danno economico importante. Quanti altri animali rari protetti vengono abbattuti senza poter essere ritrovati perché privi di trasmettitore? Va immediatamente fermata questa strage: per questo chiediamo alla magistratura e alle forze dell’ordine di fare ogni sforzo possibile affinché questi criminali vengano assicurati alla giustizia”.
Un’altra terribile uccisione. Possiamo solo augurarci che questi criminali possano essere individuati e possano pagare per il loro terribile gesto.
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Francesca Mancuso
Foto: WWF