I pesticidi danneggiano il cervello delle api e non gli permettono di volare e camminare in linea retta. Ciò ha ripercussioni sulla loro capacità di impollinare, di tornare nell'alveare e mette a rischio la loro sopravvivenza
Che i pesticidi siano dannosi per le api non è certo una novità, ma adesso un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Insect Science dimostra che queste sostanze danneggiano il loro cervello e creano difficoltà di movimento in linea retta.
Gli insetticidi per il trattamento delle sementi, compresi i neonicotinoidi e nuovi insetticidi come il Sulfoxaflor, hanno degli effetti dannosi sulle api a livello motorio, sulla capacità di rientro negli alveari e più in generale sulla loro sopravvivenza. A stabilirlo, come dicevamo, è un nuovo studio condotto da un team internazionale di Germania, Stati Uniti, UK e Canada.
A febbraio scorso vi abbiamo raccontato come l’Unione europea ha perso un’importante occasione: quella di mettere al bando definitivamente il Sulfoxaflor, il pesticida considerato altamente tossico per le api e i bombi, impollinatori preziosi per la biodiversità. Il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi non è infatti riuscito a raggiungere la maggioranza qualificata necessaria per approvare la proposta della Commissione europea, che chiedeva il divieto di usare la sostanza.
Adesso, arriva l’ennesima conferma di quanto questo pesticida metta a dura la prova la sopravvivenza di questi insetti impollinatori. Come si legge nello studio, le api si orientano (per volare o camminare) in linea retta. Se devono cambiare direzione, possiedono la cosiddetta “risposta optomotoria” che le fa riorientare sempre in linea retta. Lo studio è riuscito a dimostrare come i pesticidi dispersi nell’atmosfera influiscano negativamente sul loro cervello e non permettono alle api di camminare e volare in linea retta, cosa fondamentale non solo per svolgere la loro funzione di impollinatori, ma anche per tornare a casa. Ciò perché i pesticidi andrebbero a uccidere le cellule cerebrali nei lobi ottici, deputati proprio all’elaborazione degli stimoli visivi.
“Questi risultati – si legge nello studio – sono l’ennesima dimostrazione che i neonicotinoidi creano enormi danni alla natura. Le api esposte ai pesticidi sulfoxaflor e imidacloprid hanno una risposta ottomotoria alterata, che le rende incapaci di mantenersi su una traiettoria dritta mentre si spostano. Questa menomazione è accompagnata da danni alle cellule cerebrali e disregolazione dei geni della disintossicazione”, spiega nello studio la biologa Rachel Parkinson.
Secondo la biologa poi i neonicotinoidi attivano i neuroni nel cervello degli insetti e non vengono sempre riciclati abbastanza velocemente da prevenire la tossicità.
“La principale preoccupazione rimane quella che se le api non sono in grado di superare qualsiasi danno durante il volo, potrebbero esserci effetti negativi sulla loro capacità di impollinare fiori e colture”.
Fonte: Frontiers in Insect Science
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