Le api da miele usano le feci di altri animali come arma chimica per proteggere i loro alveari dai calabroni giganti

Le api da miele usano anche le feci degli altri animali come arma chimica per proteggere i loro alveari dai calabroni giganti

Abili, capaci di usare qualunque arma pur di difendersi. Le api da miele usano anche le feci degli altri animali come arma chimica per proteggere i loro alveari dai calabroni giganti. Non è uno scherzo ma la scoperta che arriva da uno studio condotto dai ricercatori del Wellesley College.

Heather Mattila, professoressa associata di scienze biologiche al Wellesley College, lo ha visto coi proprio occhi. La scienziata americana si è recato in Vietnam, nel comune rurale di Ba Trai, 60 miglia a ovest di Hanoi. Lì un membro del suo team di ricerca aveva saputo da un agricoltore locale che le api avevano questa “abitudine”.

Per la prima volta, un team internazionale di ricercatori è riuscito a documentare che le api da miele asiatiche (Apis cerana) si nutrono di sterco animale e poi lo usano come strumento, una sorta di arma chimica, per difendere i loro alveari dagli attacchi del calabrone gigante (Vespa soror).

Lo studio

Dal 2013, Mattila e i colleghi studiano le interazioni tra calabroni giganti e api mellifere asiatiche in Vietnam. Finanziato dal Comitato per la ricerca e l’esplorazione della National Geographic Society, dall’Accademia della scienza e della tecnologia del Vietnam e dalla Knafel Chair in the Natural Sciences and il Summer Research Program, il team ha condotto il proprio lavoro sul campo in apiari con colonie gestite da apicoltori locali e ospitate in alveari di legno.

In primo luogo, i ricercatori volevano confermare che le api da miele raccogliessero sterco animale, quindi hanno deciso di documentare e quantificare se e come lo usavano e quale effetto avesse. Il primo passo ha coinvolto la visita degli agricoltori locali. Dopo aver osservato le api mentre raccoglievano letame, Mattila e i  colleghi hanno creato un “buffet di letame” accanto al loro apiario di studio più attivo.

Dopo aver appurato che lo sterco veniva raccolto dalle api, il team ha cercato di capire come veniva usato. La riposta? Serviva a respingere gli attacchi dei calabroni giganti.

“Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per determinare esattamente quali proprietà delle feci animali respingano i calabroni, la barriera creata dalle api è una difesa efficace contro i loro attacchi”, ha detto Mattila. “Non solo abbiamo documentato il primo esempio di utilizzo di tali strumenti da parte delle api mellifere in natura ma l’atto di foraggiare le feci è un’altra novità documentata per le api mellifere”.

Esse si nutrono abitualmente di materiali prodotti dalle piante (come nettare, polline e resina), ma finora non si sapeva che ingurgitasseri rifiuti solidi prodotti da altri animali. Questa è la prima volta che vengono viste raccogliere pezzi solidi di sterco, portarli a casa con l’apparato boccale e applicarli all’ingresso dei loro nidi (macchie fecali).

“Abbiamo documentato che i calabroni avevano meno probabilità di atterrare sugli ingressi o masticare gli alveari quando c’erano più macchie fecali intorno agli ingressi”, ha detto Mattila nello studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE . “Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per determinare esattamente quali proprietà delle feci animali respingano i calabroni, la barriera creata dalle api è una difesa efficace contro i loro attacchi”.

Questi ultimi possono spazzare via intere colonie di api da miele, quindi l’uso delle feci è una risposta alla tremenda pressione predatoria che impongono alle api mellifere.

La ricerca ha implicazioni importanti che vanno oltre il Vietnam: di recente, una specie simile di calabrone gigante noto come “calabrone assassino” (Vespa mandarinia) è stata introdotta involontariamente in Nord America e ha stabilito popolazioni negli Usa e in altre zone del mondo.

Una minaccia che si aggiunge alle già numerose che le api da miele devono fronteggiare in tutto il mondo, dalla cattiva alimentazione ai pesticidi, dagli agenti patogeni alla perdita di habitat.

“Il nostro studio evidenzia fino a che punto le api da miele devono difendersi dai calabroni giganti. Se i calabroni giganti si stabiliranno in Nord America, le minacce che le api da miele devono affrontare saranno ulteriormente aggravate “, ha detto Mattila.

La professoressa e i colleghi adesso stanno cercando di capire in che modo le api da miele asiatiche suonino l’allarme quando i calabroni giganti attaccano, utilizzando le registrazioni effettuate durante lo studio. Anche se il lavoro sul campo è difficile a causa della pandemia, il team sta inviando campioni ai collaboratori di  tutto il mondo per scoprire al più presto il modo in cui i calabroni contrassegnano le colonie da attaccare.

Fonti di riferimento: Wellesley College, PlosOne

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