Sono migliaia le scimmie strappate dalla loro terra per finire nei laboratori degli Stati Uniti, un traffico barbaro di proporzioni gigantesche che non risparmia nemmeno le specie in via di estinzione, catturate illegalmente e spedite verso i centri di ricerca
Rapite dalle foreste, dalla loro casa, buttate in sacchi e caricate su voli internazionali per finire negli stabulari degli Stati Uniti in attesa di essere torturate in esperimenti sadici per fini scientifici. Cosa si nasconde dietro il traffico di scimmie destinate alla vivisezione? Orrore, solo orrore dal primo all’ultimo istante.
A documentarlo è l’associazione internazionale PETA, che denuncia come la spietata industria dell’importazione di animali selvatici sia cresciuta notevolmente negli anni al passo delle richieste del mondo della scienza. I ricercatori vogliono più cavie per i loro test e se questo significa maggior profitto per tutte le parti coinvolte, vuol dire anche maggiori carichi da inviare all’estero, verso gli Stati Uniti ad esempio.
È in questo modo che le popolazioni di scimmie in Asia vengono decimate. Alcune sarebbero sull’orlo del baratro. Il commercio illecito non risparmia nessuno, neppure le specie di primati più vulnerabili, a rischio estinzione, che spariscono dalle strade, dai templi come successo in Thailandia.
Sono macachi e tanti altri loro simili, vittime di una industria da brividi. Moltissimi moriranno tra bisturi e agonia negli States dopo aver viaggiato per giorni al buio. In alcune spedizioni ci sono oltre 700 scimmie alla volta. In che condizioni queste arrivino in America nessuno lo sa.
Altre scimmie diventeranno fattrici per sfornare nuove cavie da laboratorio. Vivranno in ambienti fatiscenti e vedranno i propri cuccioli venire strappati dalle loro braccia poco dopo la loro nascita.
Questo tipo di traffico vede giri di miliardi di dollari e coinvolge cacciatori, allevatori, importatori commerciali, compagnie aeree e di autotrasporto nazionali. Parte da Paesi come Cambogia, Cina, Indonesia, Vietnam e agisce nell’ombra. Le catture avvengono il più delle volte lontano da occhi indiscreti e gli allevamenti sono situati in zone remote.
Secondo quanto riporta la PETA l’industria statunitense della sperimentazione conterebbe almeno 108.000 scimmie nei suoi laboratori. I dati del US Fish & Wildlife Service non sono però fruibili dagli utenti e i documenti sarebbero, a dire dell’associazione, “pesantemente oscurati”. Quasi nessuna ne esce viva, sacrificate per la scienza senza alcuna garanzia.
Il National Institutes of Health e il U.S. Department of Agriculture (USDA) ammetterebbero che il 95% di tutti i nuovi farmaci testati come sicuri ed efficaci negli animali sono o non sicuri o inefficaci negli esseri umani. Oltre a ciò, c’è poi il concreta rischio di far entrare negli Stati Uniti agenti patogeni e malattie tramite le importazioni di animali selvatici.
Un crimine contro ogni etica e un pericolo per l’essere umano. Ma come fermare questo violento traffico? Chiedendo ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di porre fine alla caccia dei primati nei loro Paesi e manifestando per dar voce a chi una voce non l’ha mai avuta e far conoscere queste barbarie.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: PETA
Leggi anche:
- Cos’è questa storia delle scimmie infette e pericolose per l’uomo (e perché c’entra la sperimentazione sugli animali)
- Sanctuary, il nuovo documentario racconta la nuova vita di cinque scimmie salvate dall’orrore della sperimentazione
- Test barbari e torture fuori legge su scimmie, cani e gatti in un laboratorio di sperimentazione dei farmaci tedesco