1500 visoni ancora in gabbia negli allevamenti di pelliccia dismessi in Italia, noi non li dimentichiamo!

Dopo la storica legge che ha vietato gli allevamenti di animali da pelliccia in Italia, migliaia di visoni sono ancora intrappolati in gabbia. Si attendeva il trasferimento degli esemplari ancora in vita in strutture idonee, compatibili con le loro esigenze, ma senza il decreto di cessione del Ministro dell'Agricoltura Lollobrigida la situazione resta purtroppo invariata. Semplicemente vergognoso

Sono passati quasi due anni da quando, dal 1° gennaio 2022, nel nostro Paese gli allevamenti di visoni e di altri animali da pelliccia sono stati messi al bando e costretti a chiudere i battenti.

In tale data entrò infatti in vigore il divieto di allevamento, riproduzione in cattività, cattura e uccisione di animali di qualsiasi specie per la loro pelliccia, una svolta storica per l’Italia.

Da allora oltre 1500 visoni si trovano ancora detenuti negli allevamenti dismessi, in attesa di conoscere il loro destino. Avrebbe dovuto occuparsene il Ministro Lollobrigda, provvedendo ad affidare gli animali a strutture autorizzate con la coordinazione delle associazioni animaliste.

Il decreto di cessione tanto atteso, però, sembra arrivare mai. A denunciarlo sono le organizzazioni Animal Law Italia, Essere Animali, Humane Society International/Europe e LAV, che hanno sostenuto l’interrogazione parlamentare presentata dalla Senatrice Dolores Bevilacqua, membro dell’Intergruppo Parlamentare per i Diritti degli Animali, rivolta al Ministro Lollobrigida.

L’interrogazione vuole fare chiarezza sul perché finora, a oltre un anno e nove mesi dalla scadenza stabilita dalla Legge di Bilancio 2022, non vi siano stati sviluppi sulla cessione degli ex visoni da pelliccia.

Dopo tutto questo tempo gli animali continuano a restare rinchiusi nelle loro gabbie, in condizioni terrificanti, inadeguate e incompatibili con i criteri di benessere animale. È così a Ravenna, a Capergnanica nel Cremonese e a Castel di Sangro, in provincia dell’Aquila dove occhi terrorizzati chiedono ancora pietà.

L’immobilismo del Governo rispetto all’adozione di un decreto che possa finalmente mettere la parola fine agli allevamenti di animali per farne pelliccia è il riflesso di una scarsa sensibilità al benessere animale, che difficilmente può trovarsi una motivazione concreta che giustifichi altrimenti una simile mancanza. Spero che il Ministro Lollobrigida voglia al più presto rispondere all’interrogazione presentata, giustificando il ritardo accumulato e, finalmente, adottando il tanto agognato secondo decreto attuativo” ha dichiarato la senatrice Bevilacqua.

A gennaio 2022 i visoni ancora in vita erano 5.700. Ad oggi più di 4000 esemplari sono morti, la maggior parte è stata sterminata in massa.

Responsabili i focolai di SARS-CoV-2 individuati negli allevamenti, che hanno portato all’abbattimento di migliaia di visoni. L’ultimo nel Bresciano dove 1600 visoni sono stati uccisi, ma solamente uno era risultato positivo alla malattia infettiva.

Per le associazioni di tutela animale una simile attesa non è unicamente inammissibile, ma metterebbe in luce la posizione del Governo, interessata a risolvere la questione “in altri modi”.

È inaccettabile che da parte del Ministero non ci sia il minimo impegno a gestire una situazione così critica sia dal punto di vista del benessere animale, sia della salute pubblica. È chiaro che la strategia del Ministero è quella di aspettare che gli animali si infettino all’interno delle gabbie per poi avere la perfetta giustificazione per ucciderli, mentre gli allevatori continuano percepire indennizzi per tenerli nelle stesse precarie condizioni di prima” hanno commentato le associazioni.

Passano i giorni, passano i mesi, ma per i visoni non cambia assolutamente nulla anzi aumentano solo i rischi di contagi e spillover zoonotici.

Senza il decreto il trasferimento degli animali non è possibile. La domanda è quando il provvedimento verrà emanato, quando anche l’ultimo visone sarà deceduto?

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Fonte: Essere Animali

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